Qualità della vita per età: Sondrio, Gorizia e Trento al top per bambini, giovani e anziani

L’indagine del “Sole 24 Ore”: le classifiche individuano le province dove si vive meglio. Il Sud in coda, male le grandi città per under 35.

Roma – Le città italiane in cui si vive meglio secondo “Il Sole 24 ore”. Ogni anno “Il Sole 24 ore”, il giornale della Confindustria, si diverte a stilare una classifica delle città italiane dove si vive meglio secondo alcuni parametri economici. Malgrado classifiche di questo tipo possono risultare instabili, quello che ogni anno resta immutabile è il contrasto tra Nord e Sud del Paese, col primo che avanza e il secondo col fiatone. Il refrain lo conosciamo a menadito: la pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione hanno inasprito il divario economico, già esistente tra le due parti geografiche del Paese. Inoltre, le famiglie povere sono cresciute al Sud, nella misura di 3,3 milioni di persone. Anche per quanto concerne il “gender gap” lo spettacolo è sempre lo stesso. Il benessere femminile è risultato maggiore nella provincia di Monza e Brianza, grazie anche ai servizi per la famiglia presenti sul territorio.

Per altri tipi di cittadini, bambini, giovani e anziani il podio è stato appannaggio del Nord: Sondrio per i bambini, Gorizia per i giovani, Trento per gli anziani. Un particolare indicatore è l’indice generazionale che misura il benessere per fasce di età e che rivela dinamiche trite e ritrite, nel senso che si ripetono all’infinito, sulla distribuzione territoriale. Col Sud che è sempre in coda in ogni classifica, anche se qualche fioca luce in lontananza si scorge. Ad esempio, Vibo Valentia città calabrese ha raggiunto il primo posto per l’imprenditoria giovanile. Poi sono state stilate, giacché si era sul pezzo,  qualunque tipo di classifica. Ad esempio, Siracusa Catania e Crotone sono tutte in zona medaglia nell’indicatore dell’età media al parto. In buona posizione, terza e quarta, Catanzaro e Pescara nella classifica del numero di geriatri ogni 10 mila residenti over 65.

Lo studio, infine, ha rilevato le prestazioni delle grandi aree metropolitane, che manifestano una serie di criticità. Innanzitutto il benessere dei giovani, ad eccezione di Bologna 14ma e Firenze 33ma, le grandi città non se la passano bene. Milano è al 45° posto e poi, sempre più in fondo alla classifica, molte città meridionali. Non ci voleva Mandrake il mago, noto personaggio fumettistico dotato di poteri straordinari, per constatare una situazione del genere. Lo sanno pure i sassi che nelle città meridionali si vive male perché il costo della vita è elevato e si registra la mancanza di un mercato del lavoro all’altezza di tal insistenze economiche. Il fatto che molte città europee vivono lo stesso fenomeno, non rappresenta il classico “mal comune mezzo gaudio e neppure può essere una magra consolazione.

Queste classifiche per quanto interessanti, non fanno altro che fotografare la realtà, conosciuta anche, se non soprattutto, alle persone comuni, che ne portano il peso sulle proprie spalle. Come ne dovrebbe avere piena contezza la classe dirigente, che dovrebbe decidere ed omette di farlo. Sono decenni che vengono stilate queste classifiche. Ai primi posti ci sono sempre città del Nord e il Sud che arranca, da sempre, dall’Unità d’Italia in poi. Se la situazione è sempre la stessa, significa che i governi che si sono succeduti nel tempo, sono stati inadempienti o peggio incapaci. Sarebbe ora di cambiare registro! O no?

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