Qualcuno ce l’aveva a morte con Federico

Probabilmente l’assassino ha atteso il momento giusto per entrare in casa sicuro di colpire e fuggire. Il killer ha portato via le pantofole della vittima, forse considerandole un “trofeo”. Per il resto gli investigatori stanno scavando su certi ambienti torbidi a sfondo omosex e sadomaso i cui proseliti fanno uso dei social per scambiarsi appuntamenti e materiale pornografico. Rimane misterioso anche il movente: forse una richiesta che la vittima avrebbe rifiutato.

Roma – Non era infarto, forse qualcuno l’ha ucciso. Da un anno la Procura di Roma indaga per omicidio sulla morte di Federico Tedeschi, 19 anni, studente universitario di Lettere, ritrovato cadavere nella sua stanza il 26 novembre 2017. Il giovane presentava il volto tumefatto come se fosse stato percosso ma prima gli operatori del 118, poi il medico legale a seguito di autopsia, attribuiranno la morte ad un malore, verosimilmente un infarto.

La giovane vittima e la villetta dell’Infernetto dove è stata uccisa

Di fatto l’inchiesta veniva archiviata ma Emanuela Novelli, madre della vittima e avvocato, si opponeva al provvedimento evidenziando come, a proprio avviso, vi fosse un’altra ipotesi per la scomparsa di suo figlio, probabilmente di natura dolosa. Nella mattinata di quel tragico fine novembre di sei anni fa Stefano Tedeschi, papà di Federico, si trovava al lavoro mentre la madre e la sorella erano andate al supermercato per fare la spesa lasciando il giovane nella loro villetta dell’Infernetto.

Federico dormiva nella sua camera e nulla faceva pensare alla tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco. Al ritorno in casa dei due congiunti la macabra scoperta: lo studente era riverso sul pavimento a pancia in giù, già deceduto. Seguivano le tristi incombenze del personale del 118, il sopralluogo dei poliziotti, i pianti di dolore e la poca attenzione ad alcuni particolari che successivamente si riveleranno importanti per indurre gli inquirenti a riaprire il caso. I genitori di Federico si trasformeranno in investigatori e non toccheranno nulla di ciò che insisteva sulla scena del crimine:”

Emanuela Novelli e il figlio Federico

Ho girato mio figlio e sono rimasta impietrita: aveva il volto tumefatto, un dente mancante, ematomi sul collo, sangue che usciva dalla bocca – racconta mamma Emanuela – erano le 13.15 e c’erano anche alcune cose strane a cui, con la gravissima situazione in atto, non avevamo dato peso…”.

La grata della porta d’ingresso della villetta era accostata mentre mamma e figlia, uscendo di casa, l’avevano chiusa. E che dire dei segni sospetti sulla porta della stanza di Federico, di una maglietta rivoltata rinvenuta sul pavimento e le pantofole della vittima introvabili?:

”Nella camera abbiamo trovato occhiali da sole non suoi – aggiunge l’avvocatessa Novelli – sulla porta dei fori triangolari, come se qualcuno avesse battuto con le nocche, indossando un anello. Su uno specchio in corridoio l’impronta di una mano. Sull’anta dell’armadio bianco della stanza guardaroba, in basso, striature rosse di sangue. Ma non aveva avuto un infarto fulminante nella sua stanza? La mazza da baseball, custodita da mio marito vicino al letto matrimoniale, l’abbiamo trovata al suo posto, ma con dei graffi sospetti. Un cuscino del salotto, di velluto beige, era sotto il materasso. Le ciabatte di Fede, marca De Fonseca, color carta da zucchero, erano sparite. Può bastare?..”.

Quelle strane macchie di sangue

Per la Procura, però, nessun dubbio: il Pm Roberto Felici, prendendo per buone le conclusioni del Ctu, il professor Giulio Sacchetti, archiviava il caso per “necrosi cardiaca su base ischemica, con infarto acuto del miocardio”. Nel 2018 l’inchiesta andava in archivio. Immediatamente partiva l’opposizione, redatta dall’avvocato Ernesto Aliberti, legale della famiglia Tedeschi. I tre periti di parte, invece, parlano di asfissia causata da compressione del torace e del viso, seguita ad un pestaggio.

Nel giugno del 2020, respingendo le richiesta di riesumazione del corpo e di un riesame del quadro indiziario, il Gip chiudeva le indagini e amen. Grazie alla tenacia dei genitori della vittima e alla collaborazione del criminologo Luciano Garofano, ex ufficiale del Ris, l’inchiesta veniva riaperta l’anno scorso anche a seguito della scoperta, da parte di un perito informatico, di un secondo profilo Facebook di Federico aperto con un strano account dal nome Valerio Nettiate.

Il profilo a nome Valerio Nettiate che pare sia stata violato da soggetti terzi

La seconda vita del giovane universitario sconvolgerà la vita della famiglia. La vittima si sarebbe scambiata messaggi con uomini legati ad un giro di “appassionati” definiti master&slaves, ovvero padroni e schiavi, dediti a pratiche omosessuali sadomaso, compresi atti di feticismo dei piedi. Due fratelli gemelli, di cui uno in carcere e l’altro esperto telematico, libero cittadino dalle strane abitudini e molto furbo nonostante una grave malattia che lo rende iperattivo come il germano, sono stati sentiti dagli inquirenti. I due sono figli adottivi e lo stesso genitore non vuole più averci a che fare perchè ha paura di loro, soprattutto del giovane in libertà che potrebbe essere davvero pericoloso.

Il ragazzo che sa di computer e programmi più volte avrebbe scambiato la propria identità con quella del fratello e potrebbe averlo fatto anche in altre circostanze. Certo è che entrambi avrebbero avuto contatti virtuali con Federico e forse il giovane esperto di applicazioni in rete lo avrebbe anche incontrato atteso che entrambi frequentavano lo stesso giro “equivoco” quanto meno su Facebook. Una pista che a breve potrebbe rivelare particolari inquietanti.

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