Psichiatra uccisa a Pisa, “Omicidio premeditato, Seung agì per vendetta”

Nelle motivazioni alla sentenza, i giudici ricordano che durante un ricovero nel 2019, il futuro killer era stato immobilizzato al letto per decisione della dottoressa.

.Pisa – L’omicidio della psichiatra Barbara Capovani a Pisa, secondo i giudici della Corte d’Assise di Pisa presieduta da Giovanni Zucconi, fu motivato da vendetta e premeditazione, scaturita da un’umiliazione subita dal suo assassino, Gianluca Paul Seung. L’uomo, condannato all’ergastolo, aveva vissuto un episodio del passato come un affronto: durante un ricovero nel 2019, la dottoressa Capovani aveva disposto la sua contenzione al letto dopo che aveva aggredito il personale del reparto ed era risultato molesto nei confronti delle pazienti.

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici descrivono come Seung avesse pianificato l’attacco nei confronti della dottoressa, fallendo un primo tentativo il 20 aprile 2023, quando si era recato all’ospedale Santa Chiara di Pisa ma non aveva trovato la sua vittima. Il giorno seguente, il 21 aprile 2023, portò a termine l’aggressione fatale. Entrambi i giorni, Seung indossava gli stessi vestiti e si presentò negli stessi orari, un elemento che, secondo i giudici, conferma la deliberata intenzione di vendetta maturata nel tempo.

L’origine della sua ossessione risale a un episodio di contenzione avvenuto nel 2019, quando la dottoressa Capovani lo legò al letto per un’intera giornata, ritenendolo pericoloso dopo che aveva aggredito tre infermieri. Gli esperti intervenuti durante il processo hanno spiegato che Seung percepì quell’atto come un’umiliazione profonda, mai dimenticata e rielaborata nel tempo. Questo sentimento di risentimento, unito alla recente nomina di un amministratore di sostegno per lui, avvenuta appena una settimana prima dell’omicidio, avrebbe alimentato la sua determinazione a vendicarsi. La nomina, che Seung rifiutava di accettare, rappresentava ai suoi occhi un simbolo del “marchio” di malato mentale e del disturbo di personalità diagnosticatogli.

I consulenti tecnici hanno inoltre chiarito che l’uomo era pienamente consapevole delle proprie azioni. Nonostante le sue dichiarazioni, le teorie complottiste contro la dottoressa, avanzate dopo il delitto, non trovano riscontro nei fatti. Seung non era in preda a un disturbo delirante al momento dell’aggressione: il suo comportamento, inclusa la pianificazione dettagliata e la reiterazione del tentativo, dimostra lucidità.

Secondo la Corte d’Assise, l’omicidio di Barbara Capovani fu un atto premeditato, nato dal desiderio di vendetta per fatti vissuti come un attacco personale e dall’incapacità di accettare i provvedimenti legati alla sua condizione psichiatrica.

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