Processo Open Arms: è il giorno della sentenza, giudici in Camera di Consiglio

Il verdetto non prima delle 18. Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto atti d’ufficio nella vicenda dello sbarco di 147 migranti.

Roma – E’ il giorno della sentenza del processo Open Arms che vede coinvolto Matteo Salvini. Ventiquattro udienze, tre anni di processo, quarantacinque testimoni, i numeri del caso politico giudiziario. Dopo le repliche del pm e le contro repliche della difesa del vicepremier e leader della Lega, i giudici del processo Open Arms sono entrati in camera di consiglio per emettere la sentenza. Il presidente della Corte Roberto Murgia ha detto che i giudici non usciranno dalla camera di consiglio prima delle 18. Il leader della Lega e vicepremier è accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver impedito per giorni lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong spagnola nell’agosto del 2019. Per Salvini, allora ministro dell’Interno, l’accusa ha chiesto sei anni di reclusione.

Questa mattina, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, dopo “brevi repliche” dei pm all’arringa del 18 ottobre scorso dell’avvocato di Salvini, Giulia Bongiorno, i giudici sono entrati in camera di consiglio per decidere la sorte di Salvini, arrivato all’aula bunker dove ha rilasciato delle dichiarazioni ai giornalisti: “Sono assolutamente orgoglioso di quello che ho fatto, ho mantenuto le promesse fatte, ho contrastato le immigrazioni di massa e qualunque sia la sentenza, per me oggi è una bella giornata perché sono fiero di aver difeso il mio Paese. Rifarei tutto quello che ho fatto e entro in questa aula orgoglioso del mio lavoro”.

Salvini con l’avvocato Giulia Bongiorno

Il ministro ai giornalisti presenti davanti all’aula bunker ha confermato che comunque in caso di condanna non si dimetterà. Già in una diretta social di ieri sera il Ministro ha sottolineato che il verdetto è quello di primo grado: “Mi sento un po’ come nella canzone di Venditti ‘Notte prima degli esami’, però sono assolutamente felice e orgoglioso di quello che ho fatto: è solo la sentenza di primo grado e anche in caso di condanna ricordo a tutti che ci sono altri due gradi di giudizio, lo dico soprattutto a chi mi augura la galera”, ha detto.

Sono tutte in aula le 27 parti civili che si sono costituite contro l’ex ministro dell’Interno. I legali delle parti civili, sia singoli naufraghi sia associazioni e organizzazioni non governative, hanno chiesto oltre un milione di euro all’imputato come risarcimento danni nei confronti dei propri assistiti. In aula è arrivato anche Oscar Camps, il fondatore di Open Arms. “Il pm ha omesso di replicare a dei fatti gravosissimi che io ho evidenziato in sede di arringa”, ha detto l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini, nel corso della sua contro replica. “Ascoltando il pm mi viene in mente l’illuminazione delle tessere dei mosaici del duomo di Monreale – aggiunge il legale -. Una splendida illuminazione che valorizza le singole tessere. Attenzione però che se si illumina la singola tessera si perde il quadro generale. Ci sono errori del pm sulle modalità di sbarco
dei minori e sulla redistribuzione europea dei migranti. In questo caso la procedura si perfeziona fino a quando non c’è accordo sulle quote per ogni singolo Stato”.

Presenti in aula bunker nel giorno della sentenza alcuni membri della Lega tra cui il ministro dell’Istruzione Valditara: “Sono qui perché sono amico di Matteo Salvini per dargli la mia vicinanza e la mia solidarietà in questo momento”. Ci sono anche Claudio Durigon, vice segretario della Lega, e il parlamentare leghista Alessandro Morelli. Ma la solidarietà del partito, che ritiene che la decisione del Ministro fosse parte integrante delle politiche di controllo delle frontiere del governo di allora, sono arrivate anche nei giorni scorsi:.

“Ormai ci siamo. Cinque giorni prima del Santo Natale, sapremo se Matteo Salvini è colpevole. Colpevole di aver difeso i confini del nostro Paese dall’invasione di immigrati clandestini”. Così il vicesegretario della Lega Andrea Crippa, intervistato da Affaritaliani.it. “Un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano, al Parlamento e quindi al governo eletto direttamente dai cittadini. Tutto il partito è al fianco del suo leader ed è pronto alla mobilitazione in caso di condanna”. Per il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, una condanna di Salvini nel processo Open Arms “sarebbe una cosa “incredibile per il nostro Paese”. 

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