Processo Grillo Jr: psichiatra, la ragazza non era partecipe. In aula il video della violenza

Il pool difensivo insorge dopo le parole della consulente. I 4 imputati, oggi assenti, decideranno se rilasciare dichiarazioni spontanee.

Tempio Pausania – Nell’udienza del processo a Grillo jr e ai tre amici è stato proiettato nuovamente in aula – il processo è porte chiuse – il video della presunta violenza sessuale di gruppo ai danni della studentessa italo norvegese, girato la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta a schiera a Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo. A chiederlo sono stati gli avvocati della difesa dei quattro imputati, Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, a seguito della relazione della consulente di parte civile, Marina Loi. Davanti ai giudici e ai legali sono stati riproposti tre spezzoni di video della durata complessiva di 28 secondi.

Le immagini erano state girate dai quattro imputati con i loro telefonini e già visionate in aula nel gennaio scorso, quando era stata ascoltata in audizione protetta la presunta vittima, che si era però rifiutata di assistere alla proiezione. La psichiatra ha sostenuto in aula che la ragazza, all’epoca dei fatti 19enne, durante il presunto stupro fosse “passiva”, non era partecipe del rapporto. Il pool difensivo è insorto e ha subito chiesto al tribunale che venisse di nuovo proiettato il video di quella notte, già visionato durante una delle udienze di gennaio, quando fu ascoltata in audizione protetta la studentessa.

Il Tribunale di Tempio Pausania

In quell’occasione, la ragazza non volle assistere alla proiezione e le venne concesso di abbandonare l’aula per pochi minuti. Nessuno dei quattro imputati per il presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 a Porto Cervo ai danni di una studentessa italo norvegese, è presente oggi a Tempio Pausania. A quanto si apprende, i ragazzi sono comunque in Gallura e solo domani decideranno insieme ai loro avvocati se presentarsi in aula per rilasciare spontanee dichiarazioni.

La prima incombenza del tribunale è quella di incaricare un esperto per la traduzione e la trascrizione di una lunga conversazione via chat in lingua inglese intercorsa tra la studentessa e una sua amica norvegese nel 2018, un anno prima dei fatti contestati ai quattro, nella quale la giovane si sarebbe confidata e avrebbe ammesso di avere un “problema”: “mi piace conoscere i ragazzi in discoteca”, senza però poi essere interessata ad avere con loro dei rapporti. Sarà poi ascoltato il perito di parte civile, il medico legale Marco Salvi, chiamato a indicare in quali condizioni fisiche avrebbe dovuto trovarsi la presunta vittima in quella notte di luglio di cinque anni fa, durante la quale lei sostiene di aver assunto un ingente quantitativo di alcol.

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