Il sottosegretario è accusato di avere diffuso dei documenti sul caso dell’anarchico Cospito, pur sapendo che erano coperti da segreto.
Roma – Quattro parlamentari del Pd compariranno come parti lese nel processo che vede accusato di rivelazione del segreto d’ufficio il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro. I giudici della ottava sezione penale di Roma hanno, infatti, dato il via libera all’istanza presentata dagli esponenti dem Silvio Lai, Debora Serracchiani, Walter Verini e Andrea Orlando con la quale hanno chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento legato alla vicenda di Alfredo Cospito. Delmastro è accusato di avere diffuso il contenuto di documenti sul caso dell’anarchico, detenuto al 41bis, pur sapendo che erano coperti da segreto.
I giudici, contestualmente, hanno dato l’ok anche alle varie liste dei testimoni presentate dalle parti. Nel corso del processo, che è stato aggiornato al 12 giugno, verranno ascoltati tra gli altri il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il deputato di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli oltre che il capo del Dap, Giovanni Russo. Il processo ruota intorno alle dichiarazioni fatte nel febbraio del 2023 da Donzelli alla Camera dei deputati. L’esponente di Fdi riferì il contenuto di conversazioni avvenute nell’ora d’aria nel carcere di Sassari tra Cospito – poi protagonista di un lungo sciopero della fame per protestare contro il regime del carcere duro – e detenuti di camorra e ‘ndrangheta, anche loro al 41 bis.
Informazioni che lo stesso Donzelli ebbe dal sottosegretario Delmastro che ha la delega al Dipartimento della amministrazione penitenziaria. Quanto riferito al collega di partito, secondo l’accusa, faceva parte di una informativa del Dipartimento predisposta sulla base dell‘osservazione in carcere dei detenuti e che lo stesso
Delmastro aveva chiesto di visionare. Al procedimento si è arrivati dopo che il gup, il 29 novembre del 2023, ha respinto la richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo di non luogo a procedere per Delmastro. Gli inquirenti, dopo avere ascoltato il capo del Dap e i vertici del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia
penitenziaria, il 17 febbraio del 2023 convocarono lo stesso Delmastro a piazzale Clodio.
Nel corso dell’interrogatorio il parlamentare affermò che a suo dire non c’era stata “nessuna rivelazione” in quanto “l’atto non era secretato”. Stessa posizione tenuta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio per il quale la natura del documento in questione “non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati”.