Il religioso, condannato in primo grado per violenza sessuale su una parrocchiana minorenne e inizialmente destinato a un nuovo incarico pastorale, si fermerà per un periodo sabbatico. Decisive le critiche di fedeli e comunità civile.
Alto Adige – La diocesi dell’Alto Adige ha fatto marcia indietro sulla controversa decisione di affidare un nuovo ruolo ecclesiastico a don Giorgio Carli, il religioso precedentemente coinvolto in gravi episodi di violenza sessuale ai danni di una giovane fedele. Il vescovo Ivo Muser ha revocato la nomina che dal primo settembre avrebbe dovuto vedere il sacerdote operare come responsabile della collaborazione pastorale nella zona montana orientale della regione.
La scelta iniziale prevedeva che l’ecclesiastico, già condannato in primo grado a sette anni e mezzo di reclusione ma successivamente prosciolto dalla Suprema Corte per decorso dei termini di legge, tornasse a svolgere attività educative e formative in quattordici strutture parrocchiali distribuite sul territorio vallivo. Il programma includeva il coinvolgimento diretto con minori e adolescenti, seppur con specifiche misure precauzionali che garantissero la presenza costante di altri adulti e un monitoraggio psicologico continuativo.

Le reazioni negative della comunità diocesana e della società civile hanno tuttavia costretto l’autorità ecclesiastica a rivedere radicalmente la propria posizione. Attraverso un comunicato ufficiale, la diocesi ha riconosciuto di aver ricevuto “diversi riscontri critici” riguardo al trasferimento del religioso, con molti fedeli che hanno manifestato perplessità per una decisione ritenuta in contrasto con gli sforzi di rinnovamento intrapresi dalla chiesa locale.
Il documento diocesano specifica che il ripensamento è stato motivato dalla “valutazione che vengano a mancare le condizioni per assumere questo compito con responsabilità verso le persone colpite e l’ambito pastorale”. Una formulazione che riconosce implicitamente l’impossibilità di gestire serenamente la situazione nel contesto sociale attuale.
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto don Giorgio Carli risale a diversi anni fa e si è conclusa con un duplice percorso processuale. Sul fronte penale, l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una parrocchiana all’epoca minorenne ha portato a una condanna in primo grado, successivamente annullata dal massimo organo della magistratura italiana per il superamento dei termini di prescrizione. Il processo civile ha invece stabilito un risarcimento di 710.000 euro a favore della vittima, somma che è stata corrisposta congiuntamente dalla diocesi e dalla specifica comunità parrocchiale del capoluogo altoatesino.
Il caso era riemerso all’attenzione pubblica all’inizio dell’anno con la pubblicazione di un rapporto dettagliato sugli abusi sessuali perpetrati dal clero nella diocesi di Bolzano-Bressanone. Il documento, commissionato dallo stesso vescovo nell’ambito di un processo di trasparenza e rinnovamento, elenca quattordici ecclesiastici ancora viventi coinvolti in accuse di natura sessuale, includendo il nome del sacerdote ora al centro della polemica.
Una delle voci più autorevoli a esprimere disapprovazione per la decisione iniziale del vescovo è stata quella di don Gottfried Ugolini, responsabile del servizio diocesano per la protezione dei minori e delle persone in situazione di vulnerabilità. Il religioso ha pubblicamente manifestato sorpresa per la scelta, sottolineando come la permanenza precedente del confratello nella parrocchia di Vipiteno fosse stata caratterizzata da crescenti difficoltà, con numerosi genitori che avevano ritirato i propri figli dalle attività parrocchiali dopo la diffusione mediatica del caso.

Don Ugolini ha proposto soluzioni alternative, suggerendo che il sacerdote dovesse essere assegnato a mansioni amministrative prive di contatto diretto con i minori, oppure che venisse invitato a ritirarsi volontariamente dal ministero attivo. Queste raccomandazioni hanno evidentemente influenzato la decisione finale della diocesi.
Il comunicato episcopale annuncia ora che don Carli “si prenderà un periodo sabbatico fino a nuovo avviso”, una formula che lascia aperte diverse interpretazioni sui suoi sviluppi futuri. La diocesi ha inoltre ribadito l’impegno a “fare tesoro delle esperienze fatte” nell’ambito della gestione degli abusi sessuali, promettendo di proseguire il dialogo sia con le vittime che con gli organismi diocesani competenti.