Le conseguenze saranno ancor più devastanti per i lavoratori che occupano posizioni poco qualificate e meno retribuite. L’emergenza è in atto.
L’Oil, l’Organizzazione internazionale del Lavoro, agenzia specializzata delle Nazioni Unite non lascia molte speranze. Secondo quanto riportato dalle agenzie l’Organizzazione avrebbe redatto un documento sulle conseguenze della pandemia nel mondo del lavoro. L’impatto del Covid-19 sembrerebbe devastante. Nel secondo trimestre del 2020 le ore lavorative nel mondo potrebbero essere ridotte del 6.7%, ovvero 195 milioni di lavoratori a tempo pieno in meno. Gli effetti del Coronavirus sarebbero dunque ben più esplosivi rispetto a quanto ipotizzato nel primo rapporto pubblicato il 18 marzo dalla stessa Oil. Guy Ryder, direttore generale dell’Organizzazione, lascia poco spazio ai dubbi: “…Le scelte che facciamo oggi influenzeranno direttamente il modo in cui questa crisi si svilupperà la vita di miliardi di persone…”.
Da quanto emerge dal recente rapporto l’imminente recessione supererà di gran lunga quella del 2008-2009, portando sul baratro del fallimento diverse imprese. Sempre l’Oil avrebbe classificato questa situazione come la peggiore “…Crisi globale dopo la Seconda guerra mondiale…”.
Le conseguenze saranno ancor più preoccupanti per i lavoratori che occupano posizioni poco qualificate e meno retribuite. Secondo Ryder la situazione andrebbe affrontata a livello globale, dato che il fallimento di uno Stato provocherebbe una reazione a catena su tutti gli altri.
“…Dobbiamo trovare soluzioni globali – ha affermato Ryder – che aiutino tutti i segmenti della nostra società, in particolare quelli che sono maggiormente vulnerabili o meno in grado di aiutare sé stessi…”.