L’ira di Gasparri: “Indaghino sui criminali veri”. E punta l’indice contro la magistratura che ha travolto Mori, Berlusconi e dell’Utri”.
Prato – Il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli è stato ascoltato ieri in Procura a Firenze come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta per corruzione e accesso abusivo al sistema informatico che ha portato all’arresto del comandante della compagnia di Prato Sergio Turini, dell’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, ad del Gruppo Colle nel settore tessile e del titolare di un’agenzia di investigazioni di Torino Roberto Moretti per corruzione. Dalle indagini è emerso tra l’altro che l’ufficiale dell’Arma si sarebbe rivolto all’imprenditore perché si interessasse, tramite un politico, per evitargli il trasferimento a un’altra sede.
Il politico è il sottosegretario pratese agli Esteri Giorgio Silli, che non è indagato. “Ho risposto alle domande del procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dei pm Lorenzo Gestri, Lorenzo Boscagli e Massimo Petrocchi – ha detto Silli –. Conosco Matteini Bresci come un imprenditore illuminato e capace del distretto, che si è sempre interessato al territorio. E come faccio con tanti altri esponenti delle associazioni di categoria mi sono interessato a una questione che mi aveva sottoposto: ogni giorno mi vengono rappresentate decine di casi. Io in assoluta buona fede mi sono mosso in maniera trasparente”.
Silli ha spiegato di aver scritto una mail al comando dell’Arma. In particolare nel testo si legge: “Stante la complessità, sotto molteplici punti di vista, della provincia e della città di Prato, dove io sono cresciuto, nonché la delicatezza del momento di transizione ove anche si attende l’indicazione del nuovo prefetto (allo stato attuale il posto è vacante), avrei la necessità istituzionale di poter contare ancora, almeno per un anno, sulla presenza e sulla collaborazione del colonnello Turini a Prato”. Richiesta che non ottenne il risultato sperato in quanto l’Arma replicò che il “trasferimento era indifferibile”. Turini avrebbe dovuto prendere servizio a Potenza a settembre. “Non me ne sono più interessato, non era materia di mia competenza”, ha concluso Silli.
Sulla vicenda interviene il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che va in escandescenze: “Ho espresso la mia solidarietà al sottosegretario Silli, che vedo molestato, benché non indagato, da una presunta inchiesta in corso a Prato. Quando poi ho appreso chi era uno dei magistrati che se ne occupava ho capito tutto. Veramente non se ne può più. Dagli avvisi di garanzia a Mori, Dell’Utri e Berlusconi alle indagini sulle bottiglie di vino. Chissà che se ne fa chi riceve in regalo una bottiglia di vino di un certo valore. Se la beve o la rivende? Attendo che la magistratura risolva anche questo vero caso etilico. Un intervento ovviamente fatto durante la campagna elettorale di Prato. Indaghino sui criminali veri. E si facciano una bevuta. Perché forse riacquisteranno maggiore serenità”.
Gasparri conclude che “più che una riforma della giustizia serve una ispezione nell’ambito di alcune procure. La vicenda di Firenze, con la persecuzione a Berlusconi, Dell’Utri e Mori, è una storia su cui non molleremo
la presa. Adesso ci occuperemo anche dei brindisi pratesi”.