Una risposta in linea con i tempi che corrono: finanziare la politica ormai è più conveniente che finanziare le imprese. Basta che siano soldi puliti e senza interessi.
Pozzuoli – Non si professa un leghista ma finanzia il partito di Salvini con centomila euro. Questa è la vicenda dell’imprenditore Paolo Cosenza, rampollo di una delle famiglie più potenti di Pozzuoli. Per il 2019 il leader della società Coseco Srl è stato il maggiore finanziatore del Carroccio. Eppure il motivo non sembra così chiaro.
A rendere ancor più contorta la situazione è il fatto che la sua società, negli ultimi anni, ha avuto un crollo negli affari: passando da un fatturato di 635 mila euro nel 2017 ad appena 45 euro nel 2018. Una crisi che ha messo a rischio la stessa esistenza dell’impresa. E gli ultimi due anni sono stati disastrosi per i conti: “…Ho avuto una brutta esperienza con un socio – spiega Paolo Cosenza – che continua ad andare avanti non so in quale maniera, con espedienti, quindi l’ho dovuto cacciare dalla società, mi ha fatto perdere molto soldi…”.
Allora cosa ha portato Cosenza, a pochi giorni dalla discussione di bilancio con una perdita secca sull’utile di più di 340 mila euro, a fare un bonifico record alla Lega, piazzandosi tra i primi posti dei donatori della politica nazionale, allo stesso livello di holding molto note? “…Un investimento – avrebbe risposto l’imprenditore – è stato un investimento…”.
Una risposta in linea con i tempi che corrono: finanziare la politica ormai è più conveniente che finanziare le imprese. Se facciamo un rapido excursus storico ci rendiamo contro che, negli ultimi anni, coloro che hanno versato più di centomila euro ai partiti italiani sono personaggi del calibro di Ennio Doris, i figli di Silvio Berlusconi, la Moby spa, il gruppo Angelucci, passando per Fedele Confalonieri ed altri. In realtà, aguzzando la mente, una spiegazione di questa maxi-donazione ci potrebbe essere. A Pozzuoli la classe imprenditoriale, in buona parte composta da costruttori, ha un sogno nel cassetto. Un megaprogetto per il recupero dell’area ex Ansaldo, di fronte allo splendido mare del golfo, pensato dal più noto imprenditore della zona, Livio Cosenza, morto qualche anno fa. Le preoccupazioni per queste riqualificazioni e gigantesche costruzioni sono sempre le stesse: appalti irregolari, ingerenza criminale, poca attenzione per le norme di sicurezza e caporalato edilizio. L’area interessata dal progetto confina con la sede produttiva dalla Prysmian Power Link, multinazionale specializzata in cavi sottomarini, che ha ereditato lo stabilimento dalla Pirelli. Lo scorso anno un gruppo di associazioni, sindacati e partiti di Pozzuoli (tra questi Articolo 1, il Movimento 5 stelle, Potere al popolo) ha presentato un appello per rivedere l’intero progetto, evitando la nascita fronte mare di nuovi insediamenti residenziali.
E proprio in merito Paolo Cosenza si è mostrato più che reattivo: “…C’è qualche progetto – asserisce l’imprenditore – può essere il Waterfront, la zona artigianale, insomma ci sono progetti che si spera ottengano l’attenzione dei politici. Speriamo. In Italia andiamo avanti a speranze…”. Sui rapporti con l’ex antimeridionalista, Paolo Cosenza non si sbottona. Anzi dichiara che non ci tiene ai ringraziamenti di Salvini e che preferisce guardare sempre nella sua zona: “…Io sono negato in politica, perché sono un utopista – conclude Cosenza – io ho una azienda che investe molto sul territorio…”. Contento lui.