Le continue fughe, in particolare di migranti tunisini infetti, rischiano di rendere ancora più tesi i rapporti fra popolazione locale ed extracomunitari. Polizia ed altre forze dell'ordine costrette a turni massacranti. Il governo tace.
- Pozzallo – Ancora migranti in fuga dall’hotspot di Pozzallo. Durante la notte di San Lorenzo 15 extracomunitari sono riusciti ad eludere la sorveglianza, lasciare la struttura e dileguarsi tra le campagne. Due dei fuggitivi sono positivi al Covid. Si tratta di un’evasione che allarma molto la comunità perché segue, solo di tre giorni, quella di altri 43 migranti che sabato sorso erano fuggiti dal centro d’accoglienza. A svignarsela sono principalmente migranti di nazionalità tunisina che in questo modo cercano di sfuggire al rimpatrio. Sotto accusa, ancora una volta, è finito il sistema di sorveglianza della struttura e sono tanti i post pubblicati da cittadini sui social che contestano l’operato delle forze dell’ordine. “Perché li guardano fuggire e non fanno nulla?”. A questo interrogativo risponde il segretario provinciale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia), Gaetano D’Amico che racconta le difficoltà riscontrate sul campo dagli uomini e dalle donne delle forze dell’ordine:
“…Quando i migranti organizzano le fughe – spiega D’Amico – lo fanno generalmente in massa: individuano il punto debole della struttura e prima che ci si possa rendere conto escono fuori. Cosa possono fare a quel punto gli agenti? Di certo non possono utilizzare la forza, oltre al linciaggio mediatico si esporrebbero a procedimenti disciplinari pesanti e ad inchieste…”.
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Per il segretario Sap l’unica risposta alle continue fughe dai centri di accoglienza, può essere data dall’adeguamento delle strutture stesse. In provincia di Ragusa, ad esempio, ci sono due centri ma uno di essi, l’ex masseria di contrada Cifali, non è assolutamente idoneo all’utilizzo che se ne sta facendo.
“…Per questo – aggiunge D’Amico– voglio lanciare un appello al presidente della Regione, Nello Musumeci, perché chiuda il centro di Contrada Cifali. Nel tentativo di contenere le fughe 4 appartenenti alle forze dell’ordine sono rimasti feriti e non possiamo aspettare che accada la tragedia prima di prendere dei provvedimenti seri e risolutivi…”.
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Sono circa 160 gli uomini che ogni giorno vengono impiegati nelle due strutture ragusane per non contare l’ulteriore utilizzo di rinforzi necessario ogni qualvolta si registra una fuga:
“…I nostri uomini – conclude il segretario provinciale del SAP – stanno svolgendo un lavoro immane sobbarcandosi anche turni estenuanti, tutto questo a discapito dell’ordinario controllo del territorio e, i rinforzi annunciati dal Governo, non si sono ancora visti. Va anche chiarito che da mesi si lavora in emergenza sanitaria e le forze dell’ordine sono costantemente esposte a rischio contagio. Anche se si lavora con i dispositivi di protezione, si è sempre a contatto con i migranti, quindi con i contagiati. Da tempo come SAP chiediamo le regole d’ingaggio e i protocolli operativi, ma non ce ne sono, cioè tutto sembra essere lasciato all’improvvisazione a discapito delle forze di polizia e della comunità iblea allarmata dalle continue fughe di migranti…”.
Intanto tra fughe e trasferimenti sono poco meno di 100 in totale gli ospiti all’interno dell’hot-spot di Pozzallo, di questi 73 sono positivi al Corononavirus. La situazione è da allarme rosso ma dovrebbe arrivare l’esercito per far fronte all’emergenza.
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