L’ultimo rapporto Caritas Diocesana evidenzia il boom dei “nuovi poveri”: il 61% ha meno di 25 anni, il 27% ha un lavoro stabile ma è in fila alla mensa per un pasto caldo.
Torino – La povertà a Torino si aggrava, colpendo in modo particolare i giovani, gli occupati e i cittadini stranieri. È il quadro allarmante delineato dal terzo Rapporto dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas Diocesana di Torino, intitolato “Vivere al tempo del vuoto” e presentato oggi nel capoluogo piemontese. Nel 2024, la rete della carità torinese ha assistito 47.456 persone, di cui il 30% si è rivolto ai centri Caritas per la prima volta con un incremento del 28% in dodici mesi. Evidenziando l’emergere di nuovi bisogni in una città che fatica a contrastare l’erosione del potere d’acquisto e l’instabilità economica.
“Il rapporto sui dati del 2024 segna una stabilizzazione rispetto agli ultimi tre anni, ma la povertà continua a crescere sia in termini quantitativi che qualitativi – spiega Pierluigi Dovis, referente della Caritas Diocesana di Torino e responsabile delle Caritas di Piemonte e Valle d’Aosta all’Ansa -. Le persone che si sono rivolte a noi nel 2024 sono aumentate del 28% rispetto al 2023 e il 30% di queste non le avevamo mai viste prima. Sono nuovi poveri, il 61% ha meno di 25 anni e il 60% è nato in Italia. Questo indica che la povertà colpisce sempre più la fascia giovane della popolazione”.
“Fa molto riflettere – aggiunge Dovis – che tra chi chiede aiuto ci siano anche persone con contratto a tempo indeterminato. Sono oltre il 27% degli assistiti. Significa che le misure, soprattutto quelle pubbliche, stanno diventando largamente insufficienti e bisogna dunque trovare una soluzione”.