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Post contro Quirinale su Ustica e segreto di Stato, verifiche della polizia postale 

La replica del Colle: “Sul web ignobili e vergognose menzogne su Mattarella”. Approfondimenti su chi lo ha rilanciato sui social.

Roma – La polizia postale ha attivato delle verifiche sul post contro il Presidente della Repubblica a
proposito della strage di Ustica, condiviso più volte sui social. La Polizia Postale, dopo la segnalazione del Quirinale, ha subito attivato approfondimenti sull’account e sul post e sugli utenti che lo hanno rilanciato. Il riferimento è a post pubblicati sui social riguardanti una presunta apposizione del segreto di Stato sulle vicende di Ustica da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel post, il cui contenuto e i cui commenti relativi sono stati “segnalati alle autorità competenti” si accusa Mattarella di aver prorogato il segreto di Stato e gli si attribuiscono le seguenti parole: “La verità farebbe male all’Italia”.

L’Ufficio Stampa del Quirinale ha replicato che “la notizia è palesemente falsa. Il Presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato. Il Presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite. E’ ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto dei post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti per accertare se sussistano estremi di reato”.

Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica era intervento alcuni giorni fa sui fatti di Ustica durante il quarantaquattresimo anniversario dalla strage che costò la vita alle 81 persone che si trovavano a bordo del DC9 Bologna-Palermo. “Nel cielo di Ustica, 44 anni or sono, si compì una strage di dimensioni immani” aveva detto Mattarella. Sottolineando che “la Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne“. Aggiungendo poi “nel giorno dell’anniversario desidero anzitutto rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia”.

“La loro opera, – aveva aggiunto – unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento”. E specificando: “Sulla strada della ricostruzione della verità, passi significativi sono stati compiuti. Ne offre testimonianza il Museo per la Memoria di Ustica, aperto a Bologna”. Mattarella aveva ricordato come “al tempo stesso la memoria sia anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili».

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