Pomeriggio western in Senato: Ignazio La Russa perdona, Maurizio Gasparri no

Il presidente dei senatori di Forza Italia furente contro lo studente del Righi: “Adesso se hai il coraggio fammela in faccia la pistola”.

Roma – Pomeriggio in salsa western al Senato, dopo che ieri uno studente del liceo Righi ha mimato il gesto della pistola contro il premier Meloni mentre assisteva alla seduta di Palazzo Madama. “Adesso, se hai coraggio, falla a me la pistola. Fammela in faccia”. Le urla di Maurizio Gasparri echeggiavano nei corridoi del Senato, dopo la notizia del liceale del Righi e del suo gesto. Furibondo, il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia entra nella stanza di Gaetano Nastri di Fratelli d’Italia, il questore anziano.

Proprio Nastri sta tentando di risolvere la grana mantenendo calma e sangue freddo, insieme al questore Antonio De Poli dell’Udc: il ragazzo e la professoressa sono stati convocati nel suo ufficio. La proposta è quella di una lettera di scuse ufficiali della scuola, da indirizzare al presidente del Consiglio e al presidente del Senato. Ma Gasparri, nonostante si sia trovato un compromesso bonario, non ci sta a far passare la cosa in sordina, e infatti urla. “Fammela in faccia la pistola”, sfida il ragazzo a voce alta. E lo studente, molto amante della politica, non se lo fa dire due volte: unisce le mani e rivolge l’arma virtuale contro l’ex ministro azzurro.

Il premier Meloni

A quel punto Gasparri ci prova con le buone: “Ti parlo come fossi figlio mio, mi auguro che da grande tu non sia come sei adesso”, dice al ragazzo che non molla mentre la professoressa sta per avere uno svenimento. Infatti chiede un bicchiere d’acqua mentre si accascia su una poltrona. Lo studente non molla ancora, e intervistato dai cronisti si scusa ma rivendica la sua azione politica. Si dice dispiaciuto di aver mimato una pistola: “Se avessi fatto il gesto del pugno chiuso forse tutto questo casino non sarebbe successo”. Gasparri, intanto, lascia la stanza. Nel frattempo, FdI ha acceso i cannoni e spara ad altezza ragazzo. Il gesto è “inquietante” (Malan), “indegno” (Foti), “frutto di un clima d’odio” (Milani), “evoca gli anni di piombo”(Pellegrino), “simbolo della P38” (De Prima).

Il partito di Meloni invita tutte le forze politiche a solidarizzare con la premier, a condannare la pistola umana. La premier quando torna in aula per le repliche lo associa alle Brigate Rosse: “Mi colpisce un gesto del genere nel giorno dell’anniversario della morte di Marco Biagi, che ha pagato con la vita la sua disponibilità per le istituzioni”. La Russa preferisce altri toni. Prima parla di episodio “non proprio elegante”, poi quando in aula legge la lettere di scuse della preside del Righi, chiede clemenza per lo studente: “Spezzo una lancia affinché non ci sia una eccessiva punizione. E’ sufficiente quello che abbiamo visto qui”.

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