Polizze anti-calamità: entro marzo le regole per le imprese contro gli eventi avversi

La legge non prevede sanzioni per gli inadempienti. Ma le aziende che non lo fanno rischiano di perdere gli indennizzi in caso di catastrofi.

Roma – Entro marzo tutte le imprese con sede legale in Italia o con un’organizzazione stabile sul territorio nazionale, oppure ancora che risultino iscritte al Registro delle Imprese, hanno l’obbligo di stipulare una polizza contro le calamità, per la copertura dei danni provocati da terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni ai beni immobili, a macchinari o a impianti. La scadenza originaria era il 31 dicembre 2024 – come disposto dalla legge di bilancio – poi con il dl Milleproroghe c’è stato lo slittamento dell’obbligo per le imprese di assicurarsi per i rischi catastrofali. La legge non prevede sanzioni per gli inadempienti. Ma le aziende che scelgono di sottrarsi a questo obbligo rischiano di perdere gli indennizzi in caso di eventi avversi. La mancanza di una copertura assicurativa potrebbe inoltre indurre le banche a non erogare credito, perché giudicherebbero la posizione delle aziende troppo rischiosa. 

Anche l’amministratrice delegata di Sace (Servizi assicurativi e finanziari per le imprese) Alessandra Ricci, ha ricordato che l’obbligo scatta dal 31 marzo. “Il target complessivo, su cui noi abbiamo fatto le nostre simulazioni, è di un universo delle imprese che dovrebbe essere di circa 3 milioni. Il tasso di adesione – aggiunge – lo andremo a monitorare. Più riusciamo ad accelerare questo processo più il sistema diventa mutualistico e fa sì che anche dal punto di vista dello Stato ci sia un beneficio”, sottolinea Ricci concludendo che in ogni caso il plafond di 5 miliardi di euro stanziato dal governo per la riassicurazione da parte di Sace è “capiente”. “È stato stimato su una copertura triennale, per il 2024, il 2025 e il 2026“, ma nel ’24 non è stato usato e nel ’25 parte dal secondo trimestre “Stipulare una polizza non è così complicato” o costoso e presenta vantaggi a partire dai minori costi di finanziamento da parte delle banche e dai tempi di rimborso rapidi in caso di alluvioni o altre calamità.

Escluse invece dall’obbligo di polizza le aziende agricole e tutte le imprese che posseggano immobili gravati da abuso edilizio, mentre sono tenute a versarle anche le imprese individuali e le società di persone. Inoltre, per le imprese della pesca e dell’acquacoltura l’obbligo è stato posticipato al 31 dicembre. Le polizze possono prevedere limiti di indennizzo variabili a seconda della somma assicurata: fino 1 milione di euro la copertura arriva fino all’intero importo; per la fascia da 1 milione a 30 milioni di euro il limite di indennizzo non può essere inferiore al 70% della somma assicurata; sopra i 30 milioni di euro o per le grandi imprese il valore dei massimali o il limite di indennizzo è lasciato alla negoziazione delle parti.

La Cna, cioè la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, ha espresso la necessità di “aprire con urgenza un tavolo con il governo sull’obbligo delle polizze contro i rischi catastrofali e le calamità naturali. Il termine del 31 marzo – afferma in una nota – non è praticabile, tanto più che ancora manca il decreto per le regole attuative dell’obbligo di polizza. Quasi 4 milioni di imprese potrebbero avere a disposizione al massimo un mese per sottoscrivere i contratti”. La Confederazione è in allarme soprattutto per la mancata approvazione dell’emendamento che istituiva una proroga. La questione delle polizze anti-calamità era nata dopo le polemiche successive ai danni da maltempo in Emilia Romagna, tanto che il ministro Nello Musumeci il 21 settembre scorso, aveva rilanciato l’idea di introdurre progressivamente un’assicurazione obbligatoria sulla casa per i danni da maltempo e gli eventi sismici. 

Mentre impazzava il dibattito acceso tra maggioranza e opposizioni sulle responsabilità nei ritardi delle opere di prevenzione, Musumeci aveva aperto nuovamente alla prospettiva di una polizza per le abitazioni private sugli eventi atmosferici. Un dibattito che ha preso piede proprio negli ultimi anni con l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi. Poi la questione dai privati si è concentrata invece sulle imprese.

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