Polizia Penitenziaria: 208 anni di storie dietro le sbarre. La gratitudine di Mattarella

Il Capo dello Stato nel suo messaggio al Corpo: “Chiamati a fronteggiare difficili situazioni di tensione e sofferenza, sempre più frequenti”.

Roma – La loro voce, negli ultimi mesi, è diventata un grido di dolore. Ogni giorno sono a contatto con sovraffollamento, suicidi e disperazione. E loro sono sempre troppo pochi, sotto organico, per fronteggiare le tante emergenze dietro le sbarre. Oggi la Polizia Penitenziaria arriva a celebrare il suo 208mo anniversario di fondazione del Corpo. Inevitabile non parlare dell’emergenza delle emergenze che da Nord a Sud scandiscono un leitmotiv pieno di paure e difficoltà. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella lo sa bene. “In occasione del 208° anniversario della costituzione del Corpo, sono lieto di esprimere gratitudine e apprezzamento alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria per il costante e generoso impegno al servizio dello Stato”, dichiara nel suo messaggio.

“In questa giornata, rinnovo a nome della Repubblica sentite espressioni di riconoscenza e di sostegno al personale della Polizia penitenziaria e, al contempo, rivolgo un commosso pensiero a quanti hanno perso la vita o sono rimasti feriti nell’adempimento del loro dovere”, prosegue il Presidente della Repubblica, che non manca di affrontare l’argomento. “La Polizia penitenziaria è chiamata quotidianamente a fronteggiare difficili situazioni di tensione e sofferenza, sempre più frequenti – afferma – a causa del grave fenomeno di sovraffollamento in atto. L’elevata professionalità e lo spirito di servizio degli appartenenti al Corpo arrecano un determinante contributo all’attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena per il possibile reinserimento nella vita sociale dei detenuti, nonostante le assai critiche condizioni del sistema carcerario”.

aggressione agenti di polizia il giornale popolare

Oggi in Piazza del Popolo a Roma, si tiene una cerimonia per celebrare l’anniversario della fondazione della Polizia penitenziaria. Ci sono il ministro della Giustizia, Carlo Nordio ed il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Lina Di Domenico. Ancora per oggi, dalle 10 alle 19, in Piazza del Popolo è allestita la Città della Legalità, un percorso che, attraverso dieci stand, esposizioni, dimostrazioni ed esibizioni, permette ai visitatori di approfondire la conoscenza dei compiti, del ruolo e delle specialità della Polizia penitenziaria. E’ possibile informarsi sulle attività di formazione e addestramento e ammirare le uniformi storiche del Corpo; visitare un istituto penitenziario con la realtà virtuale e vedere com’è fatta una camera di pernottamento; avvicinarsi al lavoro svolto nel Laboratorio Centrale per la banca dati nazionale del DNA; conoscere i compiti e le dotazioni dei reparti specializzati GOM, NIC, GIO e USPeV; assistere alle dimostrazioni del Servizio Cinofili, dei sistemi antidrone per la sicurezza degli istituti e ai concerti della Banda musicale del Corpo.

Nel programma, partito sabato, sono state organizzate esibizioni degli atleti del gruppo sportivo Fiamme Azzurre nelle discipline del pugilato, tennis tavolo, judo, lotta e laser run ed attività per bambini. Gli agenti penitenziari nascondono tante storie dietro le sbarre, che qualche volta emergono e vengono allo scoperto. Come la storia di Arianna Bartolozzi, l’agente che a febbraio scorso ha salvato la vita al bimbo che si è sentito male nella casa circondariale di Torino ‘Lorusso Cutugno’. La notizia è stata riportata da Gnews, il quotidiano online del ministero della Giustizia. Alle ore 14,30 del 3 febbraio, una mamma con il suo bambino di circa 14 mesi ha chiesto con insistenza di poter uscire dalla sala colloqui dell’Istituto, perché il piccolo manifestava conati di vomito. L’agente di servizio, comprendendo la gravità della situazione, ha permesso immediatamente l’uscita dalla sala e poco dopo il bambino in preda a convulsioni è caduto in un apparente arresto respiratorio.

L’agente Bartolozzi, in quel momento in servizio nel reparto, con l’aiuto di un’altra persona immediatamente ha iniziato il massaggio cardiaco, in attesa dell’arrivo del 118. Il tempestivo intervento è stato determinante nel salvare la vita del bambino, evitando che la situazione degenerasse e, come confermato dalle autorità sanitarie intervenute, il costante contributo della polizia penitenziaria è fondamentale nel garantire la sicurezza e la salute dei detenuti e dei loro familiari, anche in circostanze impreviste e critiche come questa. E ancora, la storia di un agente che ha salvato un minore di origine egiziana, detenuto nel centro di prima accoglienza di Genova e isolato per scabbia, che aveva tentato di suicidarsi ma è stato salvato dal poliziotto. E sono davvero tanti gli agenti chiamati a sventare gesti estremi che sono sempre più frequenti dietro le sbarre.

“Con questo governo c’è stato un investimento sul corpo di polizia penitenziaria, dopo il disinvestimento a cui avevamo assistito con i governi precedenti, con 2mila nuove procedure di assunzione dal 2023 a oggi, che aggiunti agli 8mila assunti in precedenza arrivano a 10mila”, ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aggiungendo che contro la polizia penitenziaria, “anche di recente, ci sono state aggressioni intollerabili e auspichiamo che sia fatta piena giustizia”. “Festeggiamo 208 anni di spirito di sacrificio e abnegazione di un corpo di eroi invisibili, – ha aggiunto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro arrivando alla cerimonia – perché non hanno neanche, nella misura in cui dovrebbero averla, la gratitudine degli italiani, perché lavorano invisibili. Ma è un corpo essenziale per la tenuta dell’ordinamento democratico, un corpo unico in Europa, perché non esistono altri corpi specializzati nell’esecuzione penale, un corpo che deve miscelare la forza con il tratto rieducativo e quindi deve trovare un faticosissimo equilibrio tutto o giorni”.

 

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