Pizzo, incendi e pestaggi: così l’uomo di Cosa Nostra nell’Ennese voleva tornare padrone [VIDEO]

Blitz della Polizia ad Agira. In manette il presunto referente mafioso sul territorio e altri due uomini ritenuti suoi complici.

Enna – Faceva gli interessi di Cosa Nostra nel comune di Agira l’uomo arrestato dalla Squadra mobile di Enna e dagli agenti del commissariato di Leonforte. Nei suoi confronti l’accusa è di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, furto e danneggiamento seguito da incendio. Sono stati 50 i poliziotti impegnati nel blitz, al quale hanno preso parte anche gli agenti della Squadra mobile di Siena, provincia dove si trovava uno degli arrestati.

Insieme al presunto referente di zona della mafia, infatti, sono finiti in carcere altre due persone, mentre per una terza è scattato l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. I reati contestati sono estorsione, violenza privata e lesioni personali, tutti aggravati dal metodo mafioso. Nell’operazione figurano altri indagati, denunciati alla magistratura perché ritenuti complici nei medesimi reati.

Le indagini hanno permesso di ricostruire il tentativo dell’indagato di riprendere il controllo del territorio di Agira per conto di Cosa Nostra. Già arrestato nel 2009 in un’operazione della Polizia, una volta scontata la pena, avrebbe cercato di riproporsi come uomo di mafia nella zona. Molti reati sono riconducibili a quelli tipici della cosiddetta mafia rurale, come le estorsioni agli imprenditori agricoli e gli incendi di rotoballe di fieno degli allevatori.

La seconda persona arrestata sarebbe responsabile di un violento pestaggio ai danni di due allevatori, colpevoli di non aver ceduto terreni per il pascolo degli animali. Anche il suo nome compariva tra i condannati dell’operazione del 2009. Il terzo uomo finito in manette, invece, avrebbe rubato animali a un imprenditore agricolo per poi estorcergli un riscatto per la loro restituzione.

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