Istat rivede al rialzo la stima tendenziale: +0,7% rispetto al 2024. Acquisita una crescita annua del +0,5%, vicina alla previsione del governo.
L’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,3% nel primo trimestre del 2025 rispetto al trimestre precedente, confermando una performance in linea con la media dell’Eurozona. Lo rende noto l’Istat, che ha anche rivisto al rialzo il dato tendenziale su base annua: +0,7% rispetto al primo trimestre del 2024, contro il +0,6% inizialmente stimato il 30 aprile.
Una dinamica positiva che rafforza la resilienza dell’economia italiana, in un contesto internazionale ancora segnato da incertezze geopolitiche e inflazione in fase di normalizzazione.
Meglio della Francia, meno della Germania
Nel confronto internazionale, l’Italia mostra un andamento superiore a quello della Francia, dove il Pil è cresciuto solo dello 0,1%, e nettamente migliore rispetto agli Stati Uniti, che hanno registrato una flessione dello 0,1%. Fa meglio la Germania, con un +0,4% grazie a una revisione al rialzo dei dati diffusi la scorsa settimana.
Nel complesso, il Pil dell’Eurozona ha segnato una crescita media dello 0,3% nel primo trimestre dell’anno, proprio come l’Italia.
Crescita tendenziale: Italia sopra Francia e Germania
Guardando all’anno su anno, la crescita italiana del +0,7% si colloca sopra il dato della Francia (+0,6%) e della Germania, che mostra un Pil stazionario rispetto al primo trimestre del 2024. Gli Stati Uniti registrano invece una crescita robusta del +2,1%, trainata dalla domanda interna.
L’intera area euro ha segnato una crescita dell’1,2% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, secondo i dati diffusi da Eurostat e citati anche dall’Istat.
Variazione acquisita al +0,5%: vicino al target del governo
Un altro dato significativo riguarda la variazione acquisita del Pil italiano per il 2025, pari a +0,5%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto alle precedenti stime. Si tratta del valore che si otterrebbe se la crescita nei prossimi tre trimestri fosse nulla. Il dato è vicino allo +0,6% stimato dal governo nel Documento di economia e finanza (Dfp).