Picchiato in discoteca, muore dopo due settimane. La famiglia: “Vogliamo giustizia”

Omar Bassi si è accasciato sotto la doccia mentre era in vacanza. L’autopsia stabilirà se il decesso è da collegarsi con il pestaggio subito in un locale di Bollate, nel Milanese.

REGGIO CALABRIA – E’ morto a 23 anni per un’emorragia cerebrale ma meno di un mese fa era stato picchiato selvaggiamente in una discoteca. Evento spontaneo o conseguenza del vile pestaggio per mano di cinque buttafuori? Quanto accaduto lo stabilirà l’autopsia e gli inquirenti ma qualche dubbio, per la verità, è più che legittimo per la famiglia della vittima che ha sporto denuncia. Ma andiamo ai fatti. Omar Bassi, 23 anni, impiegato di Bollate in provincia di Milano, gode di ottima salute. Per lo meno sino allo scorso 20 luglio quando il giovane, in compagnia del fratello minore Thomas di 19 anni, della cugina Michelle Sala di 22 anni, di un’altra ragazza ed altri amici, decidevano di partecipare ad una festa di compleanno di un parente presso la discoteca Dolcebeach di Origgio, in provincia di Varese.

Verso le 3 di notte, probabilmente per qualche parola di troppo o per un’occhiata data da Thomas ad altri ragazzi forse un po’ su di giri, si scatenava un putiferio:

Michelle Sala

”Subito dopo scoppiava una furibonda lite nel tavolo accanto al nostro – racconta Michelle Sala – In pochi minuti sono arrivati i buttafuori, forse hanno pensato che Thomas fosse coinvolto in quella lite, gli hanno tirato due pugni, lui ha perso i sensi davanti a noi. Un nostro cugino ha chiesto aiuto ad un altro buttafuori, ma quello ha cominciato a picchiare anche lui. Omar allora ha dato un pugno al buttafuori. A quel punto ne sono arrivati molti altri e hanno cominciato a picchiarlo, anche quando era a terra hanno continuato a colpirlo con calci e pugni in testa, in faccia, nei fianchi. Alcuni nostri familiari cercavano di intervenire ma i buttafuori li tenevano lontani…Omar detestava la violenza. Lui era quello che divideva le persone, non era un attaccabrighe. Anche quella sera, ha solo difeso suo fratello minore e suo cugino. Adesso non c’è più, ha salvato diverse vite grazie all’espianto dei suoi organi. E noi vogliamo giustizia”.

Il ragazzo, sanguinante dalla bocca e da una mano, veniva accompagnato dai genitori presso l’ospedale Sacco di Milano dove Omar, dopo un paio d’ore d’attesa, decideva di andare via. Due giorni dopo però il giovane, con forti dolori sparsi per tutto il corpo, tornava in ospedale:

La discoteca poi chiusa

“Ma a Garbagnate — spiega la mamma Giuseppina Sala— dove gli viene fatta una Tac all’encefalo, e l’esito non fa emergere nulla di particolare…Durante i giorni successivi, mentre osservavo mio figlio, ogni tanto sembrava perso nel vuoto, assente. Ma cercavo di stare serena”.

Il giovane, però, sarebbe stato dimesso dal nosocomio con la diagnosi di ferite lacero contuse, trauma cranico con prognosi di tre giorni e con la prescrizione di un analgesico. Cosi almeno raccontano i genitori affranti dal dolore. Alcuni giorni più tardi, nella notte del 2 agosto, Omar Bassi e la sua famiglia sarebbero partiti per trascorrere le vacanze a Bianco, nel Reggino, dove avevano affittato una casa. Il 4 agosto scorso, verso le 20.30, dopo la doccia, Omar si sente male. Accusa un violento dolore alla testa, perde la sensibilità ad un braccio, poi cade sul pavimento privo di sensi.

Gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove il giovane è deceduto

I genitori chiamano il 118 e un’ambulanza lo porterà prima all’ospedale di Locri, poi in elisoccorso al più attrezzato “Grande ospedale metropolitano Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria dove i medici effettuavano una Tac con mezzo di contrasto in cui si vedono chiaramente i segni di una vasta emorragia cerebrale ormai inarrestabile. Il giovane è clinicamente morto e la mattina del 5 agosto il cuore si ferma e gli organi di Omar, nel rispetto della sua volontà, vengono donati a ben 11 persone in lista d’attesa. Giuseppina Sala ha denunciato i fatti al posto di polizia del nosocomio mentre l’avvocato di famiglia, Giuseppe Capobianco, ha consigliato ai genitori della vittima di nominare un perito che assisterà all’esame autoptico. I funerali del giovane si sono celebrati il 12 agosto presso la chiesa di Cascia del Sole di via Battisti a Bollate. Nel piazzale campeggiava uno striscione con una scritta più che eloquente: ”Giustizia per Omar”.

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