Perugia – Spaccio di droga: più che una banda, un’azienda. L’organizzazione era totale

Da diversi anni un gruppo criminale riforniva le piazze umbre di sostanze stupefacenti. Corposa la quantità di droga immessa sul mercato. Effettuati diversi arresti.

Perugia – I poliziotti della Squadra mobile di Perugia hanno eseguito, questa mattina, misure cautelari nei confronti di 15 persone, che dovranno rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nello specifico cocaina, detenzione e spaccio di droga, ricettazione e detenzione di armi e munizionamento.

Attraverso l’attività investigativa, iniziata a maggio 2020 e svolta con il supporto del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Direzione centrale per i servizi antidroga e di Europol, che si è occupata della proiezione internazionale, è stato possibile delineare i compiti e i ruoli di ogni indagato nella gestione e nell’approvvigionamento dello stupefacente e successivamente della vendita.

In particolare, le figure all’apice dell’organizzazione avevano attivato una serie di canali, anche esteri, di rifornimento della cocaina. Poi, una volta arrivato sul territorio, lo stupefacente veniva consegnato a uomini di fiducia che confezionavano le singole dosi e le distribuivano alle cosiddette “cellule di spaccio”, che ne curavano la vendita al dettaglio sul mercato di Perugia, Foligno, Spoleto, Terni, Macerata, Rieti e Cattolica.  Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, anche grazie all’ausilio di intercettazioni, l’associazione sarebbe riuscita a immettere sul mercato oltre 150 kg di cocaina in 8 mesi.

L’organizzazione poteva contare su considerevoli risorse economiche e collaboratori esterni e provvedeva anche alla logistica. Con base operativa nei territori di Foligno e Spoleto forniva a tutti i componenti, oltre alla droga già confezionata e pronta per la vendita, anche telefoni cellulari, auto fittiziamente intestate a terze persone e abitazioni.

Inoltre, in caso di arresto veniva fornita assistenza legale e, una volta terminata la detenzione, denaro come ricompensa per la fedeltà e per far fronte alle spese.

I proventi illeciti, stimati in diversi milioni di euro, sarebbero stati reinvestiti oltre che in attività commerciali nella regione Umbria, anche in Albania e in particolare in attività ricettive, site nelle località balneari più rinomate, 11 degli arrestati sono infatti di nazionalità albanese.

Dei 15 indagati, 9 sono stati portati in carcere, 4 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e a 2 è stato notificato l’obbligo di dimora nel Comune di residenza. Quattro persone sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale e le ricerche saranno estese anche all’estero.

L’operazione, che ha interessato i territori di Foligno, Spoleto, Terni e Rimini, è stata condotta dalla Squadra mobile di Perugia con il supporto delle Squadre mobili di Terni e Rimini e dei Reparti prevenzione crimine Umbria, Marche, Toscana, Abruzzo e delle unità cinofile della Polizia di Stato.

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