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Per i malati oncologici la cassa piange, e piangono pure loro

A Montecitorio c’era l’accordo bipartisan sulla proposta di legge a loro tutela. Ma mancano le coperture finanziarie e si rinvia.

Roma – Manca la copertura finanziaria e la cassa piange. Piangono anche i malati oncologici e affetti da malattie rare e invalidanti che attendevano notizie sul loro futuro, legato a una proposta di legge che doveva tutelarli. Con 143 voti di scarto infatti l’Assemblea di Montecitorio ha votato il ritorno in Commissione del testo unificato delle proposte di legge per la tutela dei pazienti colpiti dal male. Tutta la maggioranza ha detto sì al rinvio, mentre le opposizioni si sono astenute. Nel testo, che ha tra i primi firmatari la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, si prevede tra l’altro che i dipendenti pubblici o privati “affetti da malattie oncologiche o da malattie invalidanti o croniche, anche rare” possano “chiedere un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a 24 mesi”.

Durante il congedo “il dipendente conserva il posto di lavoro, non ha diritto alla retribuzione e non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa“. Il provvedimento che, dopo un ciclo di audizioni, aveva raccolto un consenso unanime in Commissione, necessita, secondo il relatore Andrea Giaccone (Lega) “di ulteriori approfondimenti”, ma il sospetto dell’opposizione, visto anche il ritardo per farlo arrivare in Aula, è che “manchino le coperture”. In realtà, si dice nel centrosinistra “queste all’inizio c’erano”, poi “sono venute meno in un momento successivo”.

Il progetto di legge estende il beneficio dei congedi anche a persone affette da malattie rare e invalidanti (da individuare in un apposito elenco da parte del ministero). E i dipendenti pubblici o privati “affetti da malattie oncologiche, per il periodo in cui si sottopongono alle cure e per il periodo dei controlli periodici successivi alla malattia (followup)” potranno richiedere “ove compatibile e in accordo con il datore di lavoro, un cambio di mansione compatibile con il proprio stato fisico”. In più possono fruire “in aggiunta” ai benefìci già previsti dalla normativa vigente e dai contratti collettivi nazionali di lavoro, “di altre 10 ore annue dipermesso retribuito per visite, esami strumentali, analisi chimico-cliniche e microbiologiche nonché cure mediche frequenti”.

ilgiornalepopolare dirigente

Se il paziente è un minore, “le ore di permesso sono attribuite al genitore che lo accompagna”. I dipendenti oncologici possono ottenere di lavorare “in modalità agile”. E chi lo richiede “non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro”. Per l’attuazione di questa norma si prevede uno stanziamento di 52 milioni di euro annui a decorrere dal 2024.

Si istituisce poi un Fondo “con una dotazione di 2milioni di euro l’anno a decorrere dal 2024″ per istituire” premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti oncologici, in favore di “meritevoli” laureati in medicina e chirurgia, scienze biologiche, biotecnologie, farmacia, chimica e tecnologie farmaceutiche. “Il Governo usa la decretazione d’urgenza per i temi più disparati – dichiara in Aula la capogruppo M5S in Commissione Lavoro Valentina Barzotti – ma fa melina su una proposta nata in sede parlamentare su cui c’è stata grande convergenza fra tutte le forze politiche“. “Ma per queste persone – è il suo appello – non c’è più tempo da perdere”.

Per dovere di cronaca, il 5 dicembre 2023 è stata una data importante per chi è guarito da un tumore: il Senato ha dato il via libera al testo, già approvato dalla Camera, che tutela gli ex pazienti oncologici dalle discriminazioni legate alla malattia. L’oblio oncologico è diventato legge. In Italia 3,6 milioni di persone sono vive dopo una diagnosi di tumore. Di queste, circa un milione può considerarsi guarito. Fino a oggi era comune per loro, a causa della malattia pregressa, ricevere un rifiuto a una richiesta di un mutuo o di un prestito, alla stipulazione di un’assicurazione, alla possibilità di partecipare a un concorso pubblico o privato, o a una domanda di adozione. Grazie alla legge approvata ora queste persone non sono più obbligate a fornire informazioni né a subire indagini in merito alla propria pregressa.

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