Per anni abusa della figlia, la vittima trova il coraggio di parlare

La bambina, oggi donna, racconta davanti ai giudici le violenze subite dal padre, sperando che la giustizia dia risposta al suo dolore.

Roma – Per anni, tra le pareti domestiche di un’abitazione nella zona est della capitale, si sarebbe consumata una violenza silenziosa e ripetuta. Una bambina, oggi donna, avrebbe subìto abusi quotidiani da parte della persona che avrebbe dovuto proteggerla: il padre. Una spirale iniziata quando era ancora piccolissima e andata avanti fino all’adolescenza.

La vicenda è approdata davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma. A ricostruirla in aula è stata la vittima, nata nel 2002, che ha ripercorso un’infanzia segnata da molestie protratte dal 2010 al 2016, quindi quando era ancora minorenne e, in alcuni periodi, persino sotto i dieci anni. Un racconto difficile, interrotto più volte dall’emozione, al punto da rendere necessaria la sospensione dell’udienza.

Secondo quanto riferito dalla giovane, il padre, oggi 47enne, avrebbe trasformato gli abusi in una routine quotidiana: contatti fisici continui, baci forzati anche con la lingua, mani sotto i vestiti, comportamenti sessuali mascherati da giochi. Episodi che si sarebbero verificati soprattutto nei periodi in cui la madre era assente, impegnata all’estero per lavoro. Gesti ripetuti, inseriti nella normalità familiare, come se non ci fosse nulla di sbagliato.

L’episodio più grave risalirebbe al 2016, durante una gita al mare. Le zie, che avrebbero dovuto essere presenti, rinunciarono all’ultimo momento a causa del maltempo. Rimasti soli in tenda, l’uomo avrebbe avanzato alla figlia una proposta esplicita, chiedendole di diventare il suo primo uomo. La ragazza, paralizzata dallo shock, avrebbe percepito la pressione a dover acconsentire, ma per la prima volta riuscì a opporsi. A fronte del rifiuto, l’uomo avrebbe minimizzato, sostenendo che si trattasse di qualcosa di normale.

In quella circostanza la giovane non aveva con sé un telefono e non c’era nessuno a cui rivolgersi. La sensazione di isolamento e paura era totale. Il giorno seguente, le zie notarono un clima teso, senza però comprenderne la ragione. Solo mesi dopo, sempre nel 2016, la ragazza trovò il coraggio di raccontare tutto alla madre. La denuncia formale, però, arrivò molto più tardi, nel 2022, quando si sentì finalmente pronta ad affrontare il peso di quanto accaduto.

Oggi l’uomo è imputato per violenza sessuale aggravata e continuata, in quanto commessa ai danni di una minore. Il processo è in corso e per la giovane donna, che ha trasformato il dolore in una testimonianza pubblica, l’attesa è tutta concentrata sull’esito giudiziario, nella speranza che la giustizia possa dare finalmente un nome e una risposta a anni di sofferenza.