Paziente con SLA morta in Rsa di Modena: infermiera accusata di omicidio. Si indaga su altri casi

La donna le avrebbe insufflato aria in un catetere venoso usando una siringa vuota. L’episodio il 31 maggio scorso.

Modena – Un’infermiera 49enne che lavorava in una Rsa della provincia di Modena è stata indagata dalla Procura locale per omicidio volontario pluriaggravato e falsità materiale e ideologica. La donna è accusata di aver causato la morte di una paziente 62enne, affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), che si trovava in sedazione profonda per cure palliative.

Secondo l’ipotesi accusatoria, l’infermiera avrebbe utilizzato una siringa vuota per insufflare aria in un catetere venoso collegato al braccio destro della paziente, provocandone così il decesso. L’episodio sarebbe avvenuto il 31 maggio scorso.

Le indagini sono partite dopo la denuncia del responsabile d’area della Rsa, che ha segnalato il comportamento sospetto della donna. I carabinieri e il Nas di Parma hanno avviato accertamenti approfonditi, confermando le prime ipotesi.

In seguito a queste accuse, alla donna è stato imposto un divieto temporaneo di esercitare la professione infermieristica e altre attività correlate per un periodo di otto mesi. Questo include il ruolo di operatrice sociosanitaria, assistente ad anziani e segretaria in ambito medico o sanitario.

Ora la Procura indaga su altre possibili morti sospette, registrate tra il 2020 e il 2021 mentre la donna lavorava in un’altra Rsa. Il sospetto è che l’infermiera avrebbe apportato modifiche alle terapie farmacologiche dei pazienti della struttura attraverso accessi abusivi al sistema informatico, utilizzando le credenziali del medico. Le ipotesi di reato in questo caso sono falsificazione e alterazione di cartelle cliniche e prescrizioni farmacologiche, ma anche esercizio abusivo della professione medica.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa