Nonostante i divieti di balneazione sono sempre numerosi i giovani che si tuffano nel fiume sottovalutando corrente, buche e mulinelli che non lasciano scampo.
Pavia – Ennesimo dramma sul fiume Ticino: muore ragazzino di 16 anni. Metti un pomeriggio d’estate, un pomeriggio molto caldo, con il sole che picchia e l’unica cosa che cerchi è un po’ acqua fresca. Come quella del Ticino: chiara, fresca ma mai dolce, tutt’altro. Come ha dimostrato, per l’ennesima volta, anche oggi pomeriggio. Due ragazzini di 16 anni erano andati in Ticino con amici, avevano scelto l’area verde chiamata Vul che si distende fra i due ponti cittadini, sulla destra del fiume. Avevano pensato di passare il pomeriggio lì, sull’erba morbida e l’acqua fresca che pare tranquilla, in qualche punto spezzata dal vortice dei mulinelli e dalla corrente. Ma mai e poi mai avrebbero pensato che quel fiume che sembra sempre così basso potesse nascondere improvvise buche che non lasciano scampo. Purtroppo sono tante le persone che sottovalutano la pericolosità del fiume elvetico, soprattutto in prossimità dei pilastri dei ponti dove la corrente aumenta mentre nessuno sembra curarsi dei cartelli, oggi trascritti in quasi tutte le lingue in cui si legge chiaro il divieto di balneazione.
Secondo quanto riferito da testimoni i due stavano passando sotto al ponte dell’Impero e lì sarebbero caduti dentro una buca. La corrente li avrebbe poi trascinati via. Uno dei due è stato salvato da due pescatori che sono riusciti a tirarlo fuori dalle acque vorticose per la presenza di mulinelli ma per l’altro ragazzo non c’è stato nulla da fare. Subito dopo la chiamata ai soccorsi. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Stazione di San Martino Siccomario, della Compagnia di Pavia, i sommozzatori ed i Vigili del Fuoco che hanno immediatamente iniziato le ricerche. Solo in tarda serata, poco dopo le 20, i pompieri hanno recuperato il corpo esanime del ragazzino.