Il religioso è stato assalito durante evento ricreativo a Stradella. Sul posto i carabinieri. Indagini in corso.
Stradella – Un episodio di inaudita violenza ha scosso la tranquilla comunità dell’Oltrepò Pavese nella serata di venerdì. Don Daniele, ecclesiastico quarantenne che svolge le funzioni di vice parroco presso la chiesa locale di Stradella, è rimasto vittima di un brutale attacco perpetrato da un gruppo di adolescenti.
L’episodio si è consumato all’interno della struttura dell’oratorio parrocchiale, proprio mentre era in corso una manifestazione ludica denominata “olimpiadi”, organizzata per celebrare la conclusione delle attività del centro ricreativo estivo. Durante lo svolgimento dei festeggiamenti, un manipolo di giovani minorenni ha fatto irruzione nella struttura religiosa.
Per motivi che restano ancora da definire attraverso le indagini in corso, il gruppo di adolescenti ha rivolto la propria aggressività contro il religioso. L’attacco si è manifestato attraverso percosse fisiche, con almeno un colpo sferrato al volto del sacerdote, atti di scherno come sputi rivolti contro la sua persona e intimidazioni che includevano la minaccia di dare alle fiamme l’intero complesso parrocchiale.
La drammatica sequenza si è svolta sotto gli occhi increduli di numerosi testimoni, tra cui diversi minori partecipanti alle attività, i loro accompagnatori adulti e i responsabili dell’animazione. La gravità della situazione ha spinto qualcuno dei presenti a richiedere l’intervento immediato delle forze dell’ordine.
I carabinieri della stazione locale sono prontamente accorsi sul luogo dell’aggressione e hanno proceduto all’identificazione degli autori del gesto violento. Le autorità hanno immediatamente avviato le procedure investigative necessarie per fare piena luce sulla dinamica dei fatti e sui moventi che hanno spinto i giovani a compiere tale azione.
Nonostante la brutalità subita, don Daniele ha mostrato un atteggiamento di grande comprensione e perdono nei confronti dei suoi aggressori. Il religioso ha infatti voluto ridimensionare l’accaduto, definendo gli autori dell’aggressione come “giovani fragili” e sottolineando l’importanza di offrire loro accoglienza e sostegno piuttosto che condanna.