Dopo la sportiva belga, contaminata dal batterio Escherichia coli, ora 2 svizzeri. Tutti collegati dalla gara individuale nel fiume francese.
Parigi – L’acqua del fiume che bagna Parigi finisce sotto inchiesta, dopo che l’atleta belga Claire Michel, si è ammalata dopo il tuffo nella Senna per disputare le gare di triathlon misto. Colpa dell’inquinamento. Eppure la sindaca della Ville Lumière si era tuffata a 9 giorni dall’inizio delle Olimpiadi nella capitale francese, nuotando dal punto in corrispondenza del municipio alla cattedrale di Notre Dame. Per dimostrare il miglioramento della pulizia del fiume in vista dei Giochi estivi. Ora scoppia il primo caso, con l’annuncio che Michel ha contratto un’infezione intestinale e il Belgio ha ritirato la squadra dalle gare del triathlon misto.
Nell’arco di poche ore però si scopre che i casi sono saliti a tre: la sportiva belga e due svizzeri, molto probabilmente collegati all’aver disputato nei giorni scorsi la gara olimpica individuale nelle acque, a quanto pare tutt’altro che salutari, della Senna.
Le gare sono ripartite nonostante la notizia, trapelata dal Comitato olimpico belga nelle ultime ore e gli altri due casi denunciati. La triatleta, 35 anni, “è stata contaminata dal batterio Escherichia coli”, secondo la stampa del Belgio, anche se resta da determinare il legame diretto con la gara da lei disputata. La sportiva, che è stata colpita da vari problemi di stomaco e intestino, è ricoverata in ospedale da 4 giorni. Nel comunicato, il Comitato belga ha affermato di “sperare”, insieme con la federazione nazionale, “che per le prossime competizioni di triathlon ai Giochi olimpici vengano tirate le dovute conseguenze”.
Dai belgi arriva poi una frecciata agli organizzatori francesi: “Il Coib e il Triathlon belga sperano che si possano imparare lezioni per le future gare di triathlon. Pensiamo a giornate di allenamento che possano essere garantite, giornate di gara e forma chiari in anticipo e circostanze che non causino incertezze tra atleti, entourage e tifosi“. È diventato virale sui social il video del canadese Tyler Muslawchuk, che dopo aver concluso la gara al nono posto si è sentito male in diretta Tv dopo lo sforzo della gara: “Non sono venuto qui per arrivare tra i primi 10 – ha detto – ma ho dato tutto quello che avevo. Ce l’ho messa tutta e non ho rimpianti, lo rifarei, anche se ho vomitato 10 volte. La Senna non era pulita, ma lo rifarei”.
Anne Descamps, portavoce del Comitato organizzatore di Parigi 2024, ha tuonato, “questa contaminazione
non ha nulla a che fare con la gara”. Poi ha letto la nota di World Triathlon (federazione internazionale) riferendo che i test condotti alle 5.30 di oggi, anche sulla presenza di Eschierica coli, sono stati visionati da federazioni e atleti “e non ci sono state obiezioni per nuotare”. Con le gare di triathlon ormai concluse, in vista delle gare di nuoto di fondo dei prossimi giorni, Descamps ha aggiunto, “abbiamo dei piani di
riserva se i livelli di qualità dell’acqua non saranno in linea con quelli richiesti”.
Ma sembra annegato anche l’investimento da 1,4 miliardi di euro per ripulire le acque del fiume che attraversa la Ville Lumière. Nei prossimi giorni le acque, tutt’altro che limpide della Senna come si può osservare ad occhi nudo da qualsiasi ‘Pont’, dovrebbero ospitare le gare di nuoto in acque libere: Gregorio Paltrinieri e compagni di avventura sono avvisati.