“Overthinking”: quando pensare troppo fa male, una questione molto femminile

I dati pubblicati nel 2022 su “The Lancet”, dicono che le donne a livello mondiale sono colpite da un maggior “sovraccarico cognitivo”.

Roma – Avere troppi pensieri nuoce gravemente alla salute. Oggi il pensare troppo è diventato un archetipo della nostra società. Se non lo si fa, sembra di sentirsi esclusi. Perché pensare significa ponderazione, attenzione, saper prendere le decisioni più adeguate. È stato, finanche, coniato un termine ad hoc: “overthinking” (letteralmente pensare troppo). Una volta il pensare apparteneva solo alle élite sociali, ma oggi è una condizione che si è molto diffusa. Ma i suoi effetti potrebbero rivelarsi nocivi. Si tratta, infatti, di una caratterizzazione verso alcuni pensieri, che si fanno intensi e ripetitivi.

Chi ne è affetto, potrebbe trascorrere delle ore a rimuginare sul pensiero di aver fatto la scelta più giusta oppure di essere inquieto sul proprio futuro. Se queste idee sono frequenti, possono interferire con la vita quotidiana catapultando il soggetto in un vortice complicato. Inoltre, potrebbero essere gli effetti di un disturbo mentale, con tutti i problemi facilmente immaginabili. Si è passati dal pensare troppo qualche volta a spesso. Il disturbo rientra nel concetto di “sovraccarico cognitivo”, che si verifica quando si ricevono troppe informazioni per prendere una decisione. Situazione inaspritasi con lo sviluppo di internet, la cui enorme mole di informazioni, spesso non si riesce a setacciare, quindi si passa da un sito all’altro senza ricordare quelle ricevute.

Gli esperti del ramo concordano sul fatto che non esiste una definizione clinica del problema, ma che si tratta di pensare in maniera inefficace. I manuali di psicologia, generalmente affermano che “Dedicare troppo tempo a pensare o ad analizzare [qualcosa] in un modo più dannoso che utile”. Oppure come “Un momento in cui si spreca energia mentale su cose che non lo meritano; si pensa in un modo che è ripetitivo, malsano e inutile”. Succede spesso, più di quanto si osi immaginare. Ad esempio quando si deve compiere un acquisto desiderato da tempo e, d’altronde, molto utile per la famiglia e per il quale ci si è impegnati a mettere qualche soldo da parte. Malgrado la bramosia, al momento di effettuare l’acquisto, si cincischia, si aspetta (non si sa cosa) e si cerca un consenso esterno. In questa fase il cervello è come un mulinello dove frullano gli stessi pensieri e le stesse domande.

L’eccesso di pensiero riguarda più il sesso femminile che quello maschile, anche se non ci sono, al momento, sufficienti dati scientifici che possano sostenere questa tesi. Pare che questo, quando accade, dipenda più da fattori sociali che dalle neuroscienze. Infatti, le donne manifestano più insicurezze, in quanto meno retributive e numericamente più numerose nello svolgimento di mansioni assistenziali domestiche. Questo significa che si dà più importanza alle esigenze altrui che alle proprie. A confermare queste impressioni ci sono i dati pubblicati nel 2022 su “The Lancet”, rivista medica inglese, da cui è emerso che le donne a livello mondiale, spendono per il lavoro domestico o di cura dalle tre alle sei ore al giorno, mentre gli uomini tra il 30 minuti e le due ore.

Secondo gli esperti l’attività fisica è un ottimo antidoto ai pensieri eccessivi, in quanto il rilascio di neurotrasmettitori produce effetti benedici sul processo biochimico dell’umore e del pensiero. Ma, soprattutto, staccare completamente la spina, come si dice in questi casi e applicare il motto dei nostri nonni “La testa non vuole pensieri”, perché pensare troppo, avere eccessive preoccupazioni annienta la resistenza fisica e psichica del soggetto. Infine, chi l’ha detto che bisogna ridursi allo stremo delle forze per tenere fede alle incombenze della via quotidiana? Calma e gesso, quindi. La vita è una sola e non bisogna farsi prendere dal panico per motivi che a volte sono futili e non abbandonarsi a reazioni emotive che potrebbero risultare inconsulte!

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