Overshoot day: l’Italia vanta anche il “debito ecologico”, Qatar e Lussemburgo i peggiori

Il giorno della “resa dei conti” è stabilito dal Global Footprint Network: il 6% della popolazione globale, spreca oltre il 16% delle risorse.

Roma – Il 19 maggio l’Italia ha… celebrato il debito ecologico!  Il nostro Paese è pieno di debiti, quello pubblico è alle stelle. L’opinione pubblica, la grande stampa e le istituzioni hanno mostrato all’unisono scarso interesse per quello ecologico. Tanto, secondo la vulgata generale, un debito in più o in meno non è un problema. Ed, invece il 19 maggio è stato l’Overshoot day, il giorno dello sovrasfruttamento delle risorse rinnovabili a nostra disposizione e dell’utilizzo di quelle non nostre, tanto pagheranno le nuove generazioni! In parole povere si spende più di quanto il territorio nazionale riesca a ricostituire. Inoltre, l’anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera è maggiore della capacità degli ecosistemi di assimilarla.

Questa data cambia ogni anno a secondo delle risorse consumate. L’anno scorso era stata il 15 maggio. Un miglioramento irrisorio simile a quello di un malato grave, che qualche ora prima di tirare le cuoia, manifesta un po’ di vitalità. Situazione che nella tradizione popolare, viene definita “miglioria di morte”, appunto. Secondo gli scienziati sarebbero necessari 20,5 anni alla Terra per rigenerarsi, se venisse lasciato allo stesso livello attuale. Ma la miopia delle istituzioni sovranazionali e l’insipienza umana sono tali che non si può che peggiorare. L’Overshoot day è stato stabilito dal Global Footprint Network, un organismo internazionale il cui scopo è promuovere la sostenibilità mediante l’Impronta Ecologica, uno strumento di contabilità ambientale che misura quante risorse naturali si hanno e quante ne vengono usate e chi usa cosa.

Si resta basiti dopo aver constatato che questa data negli anni ’70 avveniva a fine anno. Negli anni ’80 a novembre, negli anni ’90 a ottobre, nel 2001 a settembre. Ogni anno la data di questo processo lento, costante e irreversibile viene anticipata. Gli effetti devastanti li conosciamo a menadito: scarsa biodiversità, deforestazione, mancanza d’acqua e suo inquinamento, consumo di suolo, crollo quantitativo dei pesci, alterazione dell’ambiente, clima impazzito. Ci sono Stati che si comportano peggio dell’Italia, per cui, già a febbraio si sono giocati il banco, come Qatar e Lussemburgo.

Per altri, come Canada, Emirati Arabi e USA, la data… prescelta è marzo. E’ una magra consolazione, perché, comunque siamo tra i Paesi europei che sprechiamo di più. Nessuna nazione riesce ad arrivare al 31 dicembre, anche se alcune si avvicinano, come Cuba a novembre e Giamaica, addirittura, al 20 dicembre. E’ indicativo dell’alto livello di consumi il fatto che l’Unione Europea (UE), ovvero il 6% della popolazione globale, spreca oltre il 16% delle risorse del pianeta. La società civile sembra avanti rispetto a quella politica, tanto che centinaia di associazioni hanno firmato un appello indirizzato ai politici europei per impegnarsi nell’ottica di un’economia neutrale climaticamente e a impatto zero sull’ambiente.

Le istituzioni europee dovrebbero essere molto sensibili su questo tema, perché secondo gli scienziati l’Europa sarà vittima, più di altri continenti, di violenti innalzamenti della temperatura nei prossimi anni, frutto dello sconquasso del clima. L’8 e il 9 giugno si terranno le elezioni per il Parlamento europeo, eppure su questi temi è scesa una coltre di silenzio, sintomatico di un atteggiamento menefreghista e irresponsabile. Eppure basterebbe incentivare l’economia green, non quella del colore dei dollari, in cui si stanno avventando, come iene fameliche grossi colossi imprenditoriali, che stanno fiutando l’affare. Basta citare per l’Italia aziende come Hera, Eni, Snam, Enel, Saipem. Come dire: prima inquino e poi dis…inquino! Avremmo bisogno di un’economia sganciata dalle logiche aberranti dei grandi gruppi e proiettata alla salvaguardia del territorio e in armonia con l’ambiente circostante. E’ l’unica chance di sopravvivenza!

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