“Ci ‘proteggono’ dalle aggressioni ma ci impediscono di prevenirle. E’ inaccettabile” sottolinea il segretario Leo Beneduci.
Roma – “Uno scudo penale sull’uso legittimo della forza in carcere”. Lo chiede l’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), secondo cui “mentre nelle città si annuncia tolleranza zero, nelle carceri creiamo un ambiente perfetto per trasformare soggetti violenti in criminali organizzati, con accesso a droghe, farmaci e telefoni. La sicurezza pubblica richiede una riforma urgente della gestione penitenziaria”.
Per il segretario dell’Osapp, Leo Beneduci, “il contrasto è evidente e inaccettabile. Mentre nelle strade, poliziotti armati chiamano rinforzi per gestire la violenza e chi fa il proprio dovere riceve encomi solenni. Nelle carceri, agenti disarmati affrontano da soli detenuti con arsenali improvvisati, legati a una catena di comando che teme l’uso legittimo della forza, e rischiano procedimenti penali per aver fatto il proprio dovere. La situazione è critica e le proporzioni assurde tra personale e detenuti (3 a 80, 5 a 200, 12 a 500), nessuna possibilità di rinforzi immediati, e la beffa di caschi e scudi senza strumenti di intervento.
“Ci ‘proteggono’ dalle aggressioni ma ci impediscono di prevenirle,” sottolinea Beneduci. L’Osapp chiede
inoltre “lo sganciamento dalla dipendenza gerarchica dei direttori amministrativi”.