Chiara Petrolini lo avrebbe soppresso in un secondo momento e poi sepolto in giardino. Ora rischia l’accusa di duplice omicidio.
Parma – Era probabilmente nato vivo, il primo dei due neonati partoriti da Chiara Petrolini. E quindi sarebbe stata lei a sopprimerlo per poi seppellirlo nel giardino della “villetta degli orrori” di Traversetolo nel Parmense, non lontano da dove poi, circa un anno dopo, avrebbe interrato anche il secondo piccolo poco dopo averlo dato alla luce. E’ un orrore senza fine quello che emerge dalle relazioni tecniche del medico legale Valentina Bugelli e dell’antropologa forense Francesca Magli, incaricate dai pm di Parma di effettuare l’autopsia sui resti del secondo neonato trovato nel giardino di Vignale di Traversetolo, il primo in ordine di tempo ad essere stato partorito.
E’ molto difficile stabilire con certezza la verità, vista “l’assenza di strutture molli o tessuti cartilaginei”; tuttavia secondo gli esperti risulterebbe “del tutto prospettabile che la causa del decesso non sia da ascriversi ad una Mef (morte endouterina fetale) ante partum”. In altre parole, non si può escludere che il neonato fosse vivo alla nascita, e che il decesso sia avvenuto successivamente.
Per sapere se il neonato fosse vivo alla nascita, riporta la Gazzetta di Parma, occorrerebbe la presenza di una “stria neonatale”, ossia una linea di arresto di crescita nello smalto e nella dentina che indicherebbe la vitalità del bambino. Nel caso del primogenito della 21enne la stria non sarebbe stata rilevata, ma se il piccolo fosse morto poco dopo il parto, potrebbe non avere avuto il tempo necessario per formarsi.
Nessun dubbio invece sul fatto che l’altro neonato, trovato cadavere ad agosto ma partorito un anno dopo l’altro, sia nato vivo: a confermarlo la relazione autoptica depositata nei giorni scorsi dalla stessa Valentina Bugelli e dall’anatomopatologo, Gaetano Bulfamante, che ha confermato la morte per dissanguamento a seguito del taglio del cordone ombelicale.
Quanto emerso da questo secondo esame autoptico rafforza l’ipotesi avanzata sin dall’inizio dal procuratore Alfonso D’Avino, secondo cui anche il primogenito sarebbe stato ucciso dopo il parto. La ragazza rischia dunque l’accusa di duplice omicidio.
Attualmente Chiara Petrolini è agli arresti domiciliari. Il Tribunale del Riesame di Bologna ha però accolto la richiesta della Procura e ordinato che la 22enne sconti la custodia cautelare in carcere. Per l’esecuzione della misura, però, bisogna attendere l’esito del ricorso presentato alla Cassazione da parte dei legali della ragazza.