Manduria – Prete trovato morto: proseguono le indagini

Altri due anziani erano stati rinvenuti cadaveri dentro le rispettive auto date alle fiamme. In questo caso però il corpo senza vita del sacerdote è stato trovato poco distante dalla sua auto carbonizzata. L’autopsia potrà chiarire le cause del decesso.

Manduria – E’ giallo sulla morte dell’ex parroco in pensione ritrovato cadavere nelle campagne di Manduria vicino alla sua Fiat Punto di colore grigio completamente distrutta da un incendio. Don Giovanni Marraffa, 88 anni, meglio conosciuto come don Nino, è stato ritrovato cadavere il 30 novembre scorso in una radura di campagna, vicino una chiesetta sconsacrata in contrada Pozzo Sfondato, alla periferia della frazione di Uggiano Montefusco, ricadente nel territorio del Comune di Manduria.

La frazione di Manduria dove è stato rinvenuto il corpo senza vita dell’ex parroco di Trana

Omicidio a Manduria, dove il corpo senza vita dell’anziano prelato è stato scoperto da un volontario della protezione civile che cercava don Nino dopo la sua scomparsa da casa avvenuta il 26 novembre, ovvero quattro giorni prima del ritrovamento della salma. Sul luogo giungevano i carabinieri della Compagnia di Manduria e quelli della locale stazione diretti dal maresciallo luogotenente Elio Errico.

Le indagini, coordinate dal Pm Filomena Di Tursi, venivano avviate immediatamente mentre erano ancora in corso le ricerche del prete sparito come un fantasma. L’ex parroco di Trana, in provincia di Torino, aveva officiato presso la chiesa parrocchiale della Natività di Maria per 17 anni, dal 1994 al 2011. Nel 2009 don Nino si era dimesso a 75 anni ma per lasciare il suo incarico aveva atteso altri 2 anni sino all’arrivo dell’attuale parroco don Dino Morando.

Una volta in pensione il sacerdote decideva di tornare in Puglia, nella frazione di  Uggiano Montefusco, dove avrebbe trascorso la sua vecchiaia nonostante fosse ancora a disposizione della diocesi del capoluogo piemontese come Presbitero Diocesano Fuori Diocesi, titolo che si riserva ai sacerdoti non più titolari di chiesa. Dunque prima la scomparsa, poi il macabro ritrovamento. Il corpo della vittima giaceva supino, con le mani risposte sul petto, vestito ma con la cintura dei pantaloni slacciata. Ad una prima ricognizione cadaverica il medico legale non riscontrava alcuna traccia di violenza né segni apparenti di aggressione.

L’auto carbonizzata dell’ex parroco

Il prete sarebbe morto non oltre 24 ore prima del rinvenimento ma sarà l’autopsia, già disposta dal magistrato inquirente presso l’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, a chiarire meglio le cause di un decesso per certi versi anomalo. L’uomo è deceduto per cause naturali o è stato ammazzato? Don Nino era sparito da casa tre giorni prima del suo decesso ma in quel lasso di tempo che cosa avrebbe fatto? Ha incontrato qualcuno? Aveva un appuntamento? Perché la sua auto è stata ritrovata bruciata poco distante dal cadavere? Incendio accidentale o doloso? Le domande sarebbero ancora numerose ma con l’inchiesta in corso sarà difficile sapere qualche particolare in più.

Rimane il fatto che il prete era benvoluto da tutti i suoi compaesani e anche a Trana sono in molti i fedeli che lo ricordano con piacere. Al lavoro il Ris di Taranto i cui esperti stanno analizzando, palmo a palmo, la carrozzeria carbonizzata dell’auto alla ricerca di un qualche particolare che possa essere utili ai fini investigativi. Gli inquirenti stanno ricostruendo le ultime ore della vittima scandagliando la vita privata del prete dalla quale, come pare, non sarebbe emerso nulla di importante ai fini dell’inchiesta. Nemmeno nella sua permanenza nel Comune alle porte di Torino, in Val Sangone, ci sarebbero elementi che potrebbero avere un qualche collegamento con il decesso del prelato che, al momento, rimane assolutamente misterioso.

Le indagini proseguono per venire a capo della tragica vicenda

Del resto anche l’incendio della sua auto, del tutto estinto al momento del ritrovamento delle spoglie, rimane un particolare inquietante su cui vige il massimo riserbo ma se le fiamme non sono state provocate da un cortocircuito attribuibile all’impianto elettrico dell’auto è molto probabile che l’incendio sia stato di origine dolosa. Vigili del Fuoco e Ris chiariranno anche questo aspetto della tragica vicenda. Tranne il volontario di ProCiv che avrebbe rinvenuto il cadavere, al momento, non ci sarebbero altri testimoni nonostante le diverse abitazioni, quasi attaccate alla chiesetta sconsacrata di contrada Pozzo Sfondato, siano tutte abitate. In zona altri due anziani, di 84 e 79 anni, spariti da casa, sono stati ritrovati cadaveri dentro le loro auto incendiate.

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