Omicidio Paganelli, Louis Dassilva rompe il silenzio: “Non ero nel garage, Manuela mente”

Sei ore di interrogatorio in carcere: il 35enne senegalese smentisce l’ex amante, la difesa punta alla scarcerazione.

Rimini – Ex amanti contro nell’inchiesta per l’omicidio di Pierina Paganelli. Dopo mesi di silenzi e accuse, Louis Dassilva, il 35enne senegalese unico indagato, ha deciso di parlare. Ieri, nel carcere di Rimini, ha affrontato un interrogatorio durato quasi sei ore davanti al gip Vinicio Cantarini e al pm Daniele Paci, respingendo con fermezza le dichiarazioni dell’ex vicina di casa e amante, Manuela Bianchi.

Al centro del confronto, la versione resa dalla donna il 4 marzo scorso, quando, prima come testimone e poi come indagata per favoreggiamento, ha collocato Dassilva sulla scena del crimine la mattina del 4 ottobre 2023, giorno in cui la 78enne fu trovata morta nel garage di via del Ciclamino, a Rimini. Una ricostruzione che il senegalese ha definito “falsa”, aprendo un nuovo capitolo nel caso che da mesi tiene col fiato sospeso la città.

Manuela Bianchi, nuora della vittima, ha dichiarato che Dassilva le avrebbe confessato di aver trovato il corpo di Pierina steso a terra nel garage, chiedendole di non urlare e di salire al piano superiore per avvertire il ragazzo moldavo che vive nello stabile al civico 31. Un racconto che, secondo la donna, collocherebbe il senegalese sul luogo del delitto prima del suo ufficiale ritrovamento. Ma ieri Dassilva ha smentito tutto: “Non ero lì, non ho mai detto quelle frasi. La mattina del 4 ottobre ero nel mio appartamento”, ha ribadito, confermando la versione fornita sin dall’arresto, avvenuto a luglio 2024.

I suoi legali, Riario Fabbri e Andrea Guidi, hanno sottolineato la coerenza del loro assistito: “Louis ha sempre detto la stessa cosa, mentre la Bianchi ha stravolto le sue precedenti dichiarazioni, molto più lineari. Non sappiamo perché lo abbia fatto, ma verificheremo l’attendibilità delle sue parole alla luce delle prove scientifiche”. La difesa punta il dito contro le contraddizioni della donna: “La sua versione contrasta completamente con quella di Louis, e stiamo valutando se regge oggettivamente”, ha aggiunto Guidi.

L’interrogatorio arriva dopo una serie di incidenti probatori che non sembrano aver rafforzato l’accusa contro Dassilva. La perizia sul Dna ha escluso la presenza di sue tracce biologiche sulla scena del crimine o sul corpo di Pierina, uccisa con 28 coltellate. Anche l’analisi della “cam 3” della farmacia di via del Ciclamino, per mesi considerata la prova regina, ha vacillato: l’uomo ripreso è più basso di Dassilva, alto 1,83 metri, anche se il 28 aprile è fissata una nuova valutazione sul colore della pelle. “Non ci sono elementi determinanti contro di lui”, insiste la consulente della difesa Roberta Bruzzone, che ha assistito all’interrogatorio. “Louis ha smentito la Bianchi punto per punto. Siamo fiduciosi nella sua scarcerazione”.

La Procura, però, non molla. Il pm Paci ha chiesto un nuovo incidente probatorio per “cristallizzare” le dichiarazioni di Manuela Bianchi, rendendole atti definitivi del processo. Una mossa a cui la difesa si è opposta “per ragioni tecniche”, lasciando la decisione al gip Cantarini, attesa tra oggi e domani o comunque entro la settimana. Intanto, i legali di Dassilva hanno depositato venerdì scorso una richiesta di scarcerazione, forti dell’assenza di riscontri oggettivi.

L’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto in un garage condominiale a pochi passi da casa sua, resta avvolto nel mistero. La svolta sembrava essere arrivata con l’arresto di Dassilva, ex amante della nuora della vittima e vicino di casa, ma le indagini si sono inceppate di fronte a prove scientifiche non conclusive e versioni contrastanti. Manuela Bianchi, inizialmente testimone chiave, è diventata un’incognita: prima ha descritto il ritrovamento del corpo senza menzionare Dassilva, poi ha cambiato radicalmente versione, accusandolo apertamente. “Non temiamo le sue dichiarazioni, siamo pronti a smontarle”, ha chiosato Bruzzone.

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