Omicidio Magagna, per la Procura quella di Stella Boggio non è stata legittima difesa

Secondo i magistrati, che hanno chiesto il ritorno in carcere della 33enne ora ai domiciliari, c’è stata sproporzione tra il pericolo corso dalla donna e la sua reazione.

Monza – La Procura di Monza ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Milano per chiedere la reintroduzione della custodia cautelare in carcere, in sostituzione degli arresti domiciliari concessi presso l’abitazione dei genitori di Stella Boggio. La donna, 33 anni, residente a Bovisio Masciago, è accusata di aver ucciso Marco Magagna, un 38enne di Arese, al culmine di una violenta lite scoppiata la notte dell’Epifania nella mansarda in cui la coppia viveva.

Secondo il pubblico ministero Alessio Rinaldi e il procuratore Claudio Gittardi, non si tratterebbe di un caso di eccesso colposo in legittima difesa, ma di “dolo eventuale” nell’ambito del reato di omicidio volontario aggravato. Tale accusa si basa sulla marcata sproporzione tra il pericolo corso da Stella Boggio, che era stata spinta a terra dal compagno, e la sua reazione: la donna si sarebbe rialzata, avrebbe afferrato un coltello dalla cucina e sferrato un singolo colpo al petto dell’uomo, provocandone la morte.

Nel frattempo, ieri pomeriggio, un gran numero di persone ha preso parte ai funerali di Marco Magagna nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Aiuto dei Cristiani, ad Arese, dove il 38enne era cresciuto. Amici, familiari e colleghi si sono riuniti per rendergli omaggio, ricordandone il sorriso. La cerimonia si è conclusa con un lungo applauso da parte dei presenti.

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