Il 52enne bloccato per l’uccisione della compagna resta in silenzio. La difesa: “Condizioni psicofisiche compromesse, nominerà un legale di fiducia”.
Milano – Durante l’interrogatorio di garanzia, Gianluca Soncin, il 52enne fermato per la morte di Pamela Genini, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni al giudice per le indagini preliminari. Una scelta difensiva già anticipata dal suo comportamento successivo al fermo avvenuto in ambiente ospedaliero.
L’avvocato Simona Luceri, che ha assistito Soncin in questa fase iniziale in qualità di difensore d’ufficio, ha tracciato un quadro preoccupante dello stato del suo assistito: “Le sue condizioni mentali sono tutt’altro che ottimali. Ha già individuato un professionista di fiducia con cui definirà la linea da seguire nel procedimento”.
Il legale ha descritto l’uomo come “provato fisicamente, con una vistosa medicazione al collo. Non ha ancora piena coscienza degli eventi accaduti. Appare confuso e debilitato. Ha trascorso una notte in struttura sanitaria ed è mantenuto in isolamento dal momento delle dimissioni, presumo non abbia ancora elaborato completamente la situazione”.
Il cinquantaduenne aveva già mantenuto il riserbo subito dopo l’arresto. In seguito al decesso della donna, l’uomo si sarebbe procurato o avrebbe simulato lesioni autoinflitte alla regione cervicale con due colpi di lama.
L’ufficio del pubblico ministero ha formulato richiesta di convalida del provvedimento restrittivo e dell’applicazione della custodia carceraria per omicidio doloso con aggravanti multiple. Il provvedimento decisionale del magistrato giudicante è previsto a breve.