Il legale del fidanzato della moldava, trovata impiccata ad agosto, potrebbe presentare nuova istanza di scarcerazione.
Catania – Che fosse morta impiccata la giovane Vera Schiopu, la 25enne moldava trovata cadavere il 19 agosto scorso nella campagna di Ramacca, nel Catanese, lo si sapeva già da un pezzo. A stabilirlo era stato il medico legale dopo l’autopsia, eseguita il 25 agosto, un particolare che però non aveva scagionato il fidanzato romeno della donna, il 33enne Gheorghe Ciprian Apetrei, perché dalle analisi era emerso che la ragazza era ubriaca. Troppo per suicidarsi. L’uomo è quindi stato incarcerato con l’accusa di omicidio. E in prigione è tuttora. Ma il suo avvocato potrebbe ora presentare al Gip una nuova istanza di scarcerazione – dopo quella di pochi giorni fa – sulla base delle perizie, comprese proprio quelle sull’autopsia, che adesso – dopo mesi – sono state depositate e quindi poste agli atti dell’inchiesta e a disposizione della difesa.
L’ipotesi iniziale degli inquirenti – le indagini sono svolte dai carabinieri con il coordinamento della procura di Caltagirone – era che Apetrei avesse ucciso Vera per poi inscenare il suicidio per impiccagione: a fare sospettare che si trattasse di una “messa in scena” era la posizione della vittima, trovata per terra con la corda al collo. Sul corpo della ragazza, inoltre, erano state rilevate tracce di sangue, forse dovute a una lite, un’aggressione o una colluttazione. Ad avvertire i carabinieri era stato Costel Balan, un amico connazionale di Apetrei, che aveva detto di aver visto il cadavere nel casolare abbandonato dopo aver sentito le grida del giovane alla vista della fidanzata deceduta. Balan era stato dapprima incarcerato anche lui ma poi scagionato sulla base di diverse testimonianze, dei filmati delle telecamere e da quanto acquisito dai tabulati telefonici, che dimostravano che lui al momento della morte della ragazza era altrove.
Tra i risultati dell’autopsia, uno in particolare desterebbe nuova attenzione: il Dna di Vera, presente sugli abiti di Apetrei, è stato riscontrato anche sulla corda usata per l’impiccagione. Nessuna traccia invece, sul cappio, del materiale genetico del fidanzato.
L’avvocato Alessandro Lapertosa, legale di Apetrei, sarebbe quindi intenzionato a presentare una nuova istanza di scarcerazione al Gip. Apetrei non ha mai fornito una sua versione dei fatti in quanto si è avvalso della facoltà di non rispondere. E per ora resta in carcere, indagato per omicidio.