Omicidio di Silvia Nowak, nell’alibi del compagno c’è un buco di oltre un’ora

Non ci sarebbe nessun video che ritrae l’uomo addormentato in giardino mentre la moglie si inoltra nel bosco vicino casa dove sarà trovata cadavere tre giorni dopo.

CASTELLABATE (Salerno) – Non ci sarebbe alcun video che ritrae il compagno della vittima mentre dorme in giardino. L’uomo, invece, verrebbe ripreso da due occhi elettronici mentre si reca da un vicino di casa per chiedere aiuto dopo il mancato rientro in casa della donna. Dunque l’alibi di Kay Dausel, cittadino tedesco di 62 anni, compagno della connazionale Silvia Nowak, 53 anni, sparita il 15 ottobre dalla sua casa di via Arena a Ogliastro Marina, frazione di Castellabate, e ritrovata cadavere tre giorni dopo, potrebbe vacillare non poco. L’uomo, che si considera estraneo ai fatti, non sarebbe stato inquadrato da una telecamera mentre riposava in giardino intorno alle ore 16 (orario in cui sarebbe sparita la donna) ma da due telecamere di videosorveglianza privata, ubicate in un edificio poco distante dalla villetta della coppia, alle ore 17.30 quando, preoccupato per il mancato rientro di Silvia, aveva chiesto aiuto ad un ristoratore vicino di casa.

Kai e Silvia

Questo intervallo di tempo è ora oggetto di verifica da parte della Procura di Vallo della Lucania che coordina le indagini dei carabinieri a cui lo stesso Dausel aveva denunciato la sparizione della sua convivente. L’uomo, assistito dall’avvocato Felice Carbone, è stato recentemente trasferito dal consolato tedesco in un’altra località della provincia di Salerno per proteggerlo dall’interesse mediatico di giornali e tv. Gli investigatori, sin dall’inizio, non hanno escluso alcuna ipotesi analizzando ogni aspetto del caso: le ferite inflitte alla vittima, i residui organici scoperti sotto le unghie, la carbonizzazione parziale del corpo forse operata per fare sparire tracce biologiche, il trascinamento del cadavere da un luogo all’altro nello spazio di poche centinaia di metri da casa:

“Capire l’entità delle ferite potrebbe rivelare molto sul profilo dell’assassino – spiega l’avvocato Carbone – e non escludo la possibilità che l’omicidio sia stato compiuto da più persone. Al momento non sono emerse novità rilevanti”.

Due telecamere avrebbero inquadrato l’uomo all 17.30 del giorno della scomparsa

I carabinieri, coordinati dal Pm Antonio Pizzi, avrebbero ricostruito per sommi capi la giornata in cui la donna si è dileguata. Silvia e Kay avrebbero pranzato in compagnia di amici, loro concittadini. Subito dopo la vittima sarebbe rientrata nella sua villa di Ogliastro Marina da dove si sarebbe allontanata per dirigersi verso il bosco. La donna pare avesse in mano una ciotola ed un guinzaglio dunque è probabile che si stesse recando nella pineta verosimilmente per soccorrere un randagio oppure una cane smarrito. Non sarebbe stata la prima volta, infatti, che Silvia Nowak si occupava di animali essendo appassionata cinofila, naturalista e rispettosa dell’ambiente.

Gli investigatori ipotizzano che la donna sia stata ammazzata lo stesso giorno della sparizione e probabilmente aggredita prima di entrare nella fitta vegetazione. Qualcuno, o più di qualcuno, avrebbero colpito Silvia a colpi di accetta o di martello provocando una reazione di difesa da parte della vittima. Il killer o i sicari avrebbero poi cosparso il corpo con liquido infiammabile, forse per cancellare ogni traccia che potesse indentificarli, per poi trascinare la salma semicarbonizzata sul ciglio di un fossato dove poi è stata rinvenuta. Militari e volontari, però, avrebbero battuto la zona a tappeto senza rilevare nulla anche nell’area dove poi è stato scoperto il cadavere.

Il ritrovamento del cadavere nella pineta vicino casa

Fatto questo che induce a formulare diverse congetture: l’assassino aveva un qualche interesse a depistare le ricerche spostando il corpo da un punto all’altro del bosco che, comunque, dista solo poche centinaia di metri dalla villa dei due tedeschi? Prima di farlo ritrovare il corpo della donna è stato nascosto in una buca? Dunque l’assassino o gli assassini avrebbero agito in tempi diversi correndo il pericolo di essere avvistati? Gli aggressori avevano un cane con il quale avrebbero attirato Silvia in un  tranello? Le verifiche sul telefono della vittima, rinvenuto in casa, sono state posticipate per ulteriori analisi tecniche che riguardano i contatti della rubrica, le ultime telefonate entranti e uscenti ed eventuali sms e messaggi  in chat nelle ultime ore di vita della sfortunata donna. Non si esclude un nuovo sopralluogo del Ris nell’abitazione di via Arena che rimane, ad ogni buon conto, sotto sequestro.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa