Omicidio di Rosina Carsetti, ergastolo alla figlia, 27 anni al nipote

Ribaltata la sentenza di primo grado. L’anziana era stata strangolata nella sua casa a Montecassino la vigilia di Natale di quattro anni fa. Secondo l’accusa è stato un delitto premeditato per ragioni economiche.

Ancona – Colpo di scena nel processo d’appello per il delitto di Rosina Carsetti, 78 anni, strangolata nella villetta di famiglia a Montecassiano (Macerata) alla vigilia di Natale 2020. La Corte d’assise d’appello ha ribaltato l’assoluzione in primo grado e inflitto l’ergastolo alla figlia della vittima, Arianna Orazi, 52 anni, per omicidio volontario premeditato e maltrattamenti. Considerate le attenuanti generiche, la condanna del nipote della vittima e figlio di Arianna, Enea Simonetti, 24 anni, è passata dall’ergastolo a 27 anni. Quattro anni e sei mesi per maltrattamenti sono stati inflitti al marito di Rosina, Enrico Orazi, 82 anni.

Enea e la madre Arianna

La Corte, presieduta da Giovanni Treré, ha ritenuto tutti e tre gli imputati colpevoli di maltrattamenti in famiglia nei confronti della 78enne che, secondo l’accusa sostenuta dal procuratore generale Roberto Rossi, venne prima spogliata di beni come la casa e l’auto e poi uccisa perché si ribellava ad un clima di vessazioni.

Il delitto si consumò alla vigilia di Natale del 2020 in piena emergenza Covid. Inizialmente i tre imputati simularono una rapina con contestuale aggressione e strangolamento della 78enne che qualche giorno prima si era rivolta ad un centro anti-violenza: la donna lamentava di essere vessata in casa anche per questioni economiche, il probabile movente del delitto. L’accusa ha sempre sostenuto che non si fosse trattato di un omicidio estemporaneo ma pianificato. Una ricostruzione che ora ha trovato l’avallo della Corte d’assise di Ancona.  

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