Omicidio di Pierina Paganelli: arrestato Louis Dassilva, l’amante della nuora

Blitz all’alba della polizia in via dei Ciclamini a Rimini. Il 35enne senegalese era l’unico indagato per l’assassinio della donna.

Rimini – Gli uomini della squadra mobile diretti dal commissario capo Marco Masia si sono presentati questa mattina alle cinque in via dei Ciclamini per arrestare Louis Dassilva, il 34enne senegalese vicino di casa di Pierina Paganelli, la 78enne assassinata la notte del 3 ottobre nel garage condominiale con 29 coltellate. L’uomo era stato l’amante della nuora della vittima, Manuela Bianchi, ed era l’unico indagato per l’omicidio.

A stringere il cerchio investigativo intorno a Dassilva e convincere il gip dell’infondatezza dell’alibi dell’indagato, avrebbe contribuito la videoripresa di una telecamera posta nella via del delitto. La notte del 3 ottobre, esattamente tra le ore 22.17.02 e 22.17.08, le immagini ritraggono una persona (ripresa di spalle), mentre cammina in direzione del portone del civico 31. Pur nella scarsa qualità dell’immagine, il soggetto raffigurato risulta di carnagione scura. Dagli accertamenti è emerso che l’unico abitante di colore nel condominio 31 (come in quelli limitrofi) sia proprio l’indagato Louis Dassilva.

Nuora della vittima e amante di Dassilva, Manuela Bianchi è stata convocata nuovamente in Questura

Una circostanza, quella testimoniata dalle immagini, che contrasta con le dichiarazione rilasciate dallo stesso Dassilva, il quale ha sempre sostenuto di essere rimasto a casa dalle 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo. Un alibi traballante sostenuto dalla testimonianza della moglie, che agli inquirenti ha riferito di essere andata a letto lasciando il marito sul divano, ma anche che lo stesso, nelle ore incriminate, non si sarebbe potuto muovere senza che lei se ne accorgesse.

Altri riscontri investigativi, oltre al filmato della videosorveglianza, contribuirebbero a incastrare Dassilva, il cui alibi non avrebbe trovato riscontro nemmeno dagli accertamenti tecnici compiuti sul telefono dell’indagato e sugli applicativi in esso installati, come l’accesso alla piattaforma Netflix o la lettura dei messaggi da parte di Louis. La misura cautelare a carico di Dassilva è stata emessa per il reato di omicidio e il Gip ha ritenuto di contestare tre aggravanti, ritenendo che l’indagato abbia commesso il fatto per futili motivi, agito con crudeltà nei confronti della vittima e per avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.

Nuova audizione oggi Questura per Manuela Bianchi, un’appuntamento programmato prima dell’arresto di Dassilva. La nuora della vittima, nonché amante del presunto killer e la prima a trovare il cadavere di Pierina e dare l’allarme, verrà ascoltata dal procuratore Daniele Paci come persona informata dei fatti. La relazione extraconiugale della donna con Dassilva è sempre stata posta dagli inquirenti al centro delle indagini come uno dei possibili moventi del delitto.

Infatti in una nota della Procura della Repubblica viene evidenziato come “il movente è individuato dal Gip nella relazione amorosa, e nel timore della sua scoperta, che univa come unisce l’indagato Louis Dassilva a Manuela Bianchi”. I magistrati argomentano poi nel dettaglio che “la relazione è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni, comprese quelle telematiche, sia per la fase antecedente l’omicidio che per quella successiva”. Di fatto, “il Gip ha concluso, osservando che, se lette all’unisono tutte le circostanze che connotano li delitto, la posizione dell’indagato si aggrava ulteriormente perché risultano del tutto inverosimili le piste alternative di un ignoto proveniente dall’esterno del condominio‘”

E questo perché, a giudizio del Gip, “l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali, l’azione è stata fulminea e pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’ anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’ arrivo dell’ autovettura della vittima”.

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