Il Gup rigetta il rito abbreviato per Adilma Pereira Carneiro e gli altri imputati accusati di aver travolto e ucciso il compagno della donna mentre rientrava in bicicletta. Processo al via il 27 gennaio a Busto Arsizio.
Busto Arsizio – Niente rito abbreviato per Adilma Pereira Carneiro, accusata di essere la mente del piano che ha portato all’omicidio del compagno Fabio Ravasio, non sarà ammessa al rito abbreviato. Lo ha deciso il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Busto Arsizio, Veronica Giacoia, rigettando anche le analoghe richieste presentate dagli altri imputati: il marito di Adilma, Marcello Trifone, il figlio Igor Benedito, e Fabio Oliva, meccanico e presunto amante della donna.
Fabio Ravasio fu travolto e ucciso il 9 agosto 2023 a Parabiago, nel Milanese, mentre era in bicicletta. Adilma Pereira Carneiro, soprannominata la Mantide di Parabiago, è accusata di aver architettato l’omicidio e di aver cercato di farlo passare per un incidente stradale. Insieme a lei una fitta rete di complici tra i quali Igor Benedito, ritenuto alla guida della Opel coinvolta nell’investimento. Molti di loro hanno già confessato.
“Siamo contenti per come è andata”, ha dichiarato Annamaria Trentarossi, madre della vittima, uscendo dall’aula visibilmente commossa. La donna, insieme al marito Mario, si è costituita parte civile assistita dagli avvocati Barbara D’Ottavio, Francesco Arnone e dal professor Francesco Camilletti. L’avvocato D’Ottavio ha commentato: “Il giudice ha rigettato la richiesta di ammissione al rito abbreviato. Abbiamo superato il primo ostacolo per ottenere giustizia per Fabio”.
La decisione del giudice si basa sul mancato accoglimento della richiesta di escludere l’aggravante della premeditazione. Secondo l’accusa, questa sarebbe provata da intercettazioni e sopralluoghi effettuati dagli imputati per pianificare il percorso che Ravasio avrebbe seguito il giorno dell’investimento.
Con il rigetto delle richieste di rito abbreviato, il processo si aprirà per tutti gli indagati il 27 gennaio davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Busto Arsizio.