Il reperto è lungo tre centimetri e sarà analizzato per cercare il Dna nucleare. L’esame disposto dal gip di Pavia nell’incidente probatorio.
Pavia – A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, spunta un nuovo elemento che potrebbe dare una svolta alle indagini: un capello lungo tre centimetri è stato individuato nel sacco azzurro della spazzatura prelevato dalla villetta di via Pascoli, oggi al centro di un nuovo incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli.
Il ritrovamento, avvenuto giovedì scorso, ha preceduto di poche ore un blackout che ha interrotto le operazioni nei laboratori della Questura di Milano. Il capello sarà ora esaminato al microscopio dai consulenti del gip, Denise Albani e Domenico Marchigiani, con l’obiettivo di estrarre un profilo di Dna nucleare.
Il nuovo indizio nei reperti dimenticati
L’analisi fa parte delle nuove indagini genetiche disposte nell’ambito del caso che nel 2007 sconvolse l’Italia. I nuovi esami, avviati a seguito delle recenti consulenze genetiche depositate dai professori Carlo Previderé e Pierangela Grignani, hanno già riacceso i riflettori su oggetti e campioni rimasti finora in ombra.
Già nel 2008, proprio Previderé aveva analizzato sette capelli trovati stretti nel pugno di Chiara e ventinove rinvenuti in una pozza di sangue. Solo uno di questi aveva il bulbo e rivelò un profilo di Dna nucleare compatibile con la vittima. Altri 17 capelli diedero origine a un aplotipo mitocondriale anch’esso corrispondente a Chiara Poggi.
Il nuovo capello potrebbe rappresentare una pista diversa, soprattutto se non risultasse appartenere alla giovane uccisa.
Per il delitto è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, che continua a dichiararsi innocente. Ma la riapertura delle indagini da parte della Procura di Pavia può forse cambiare completamente l’esito del caso e raggiungere un’altra verità.