Dicembre di controlli eccezionali in vista del Natale per le Fiamme gialle: sequestrati oltre 225 mila giocattoli potenzialmente pericolosi e oltre 1 milione e 600 mila tra addobbi e luminarie non a norma.
Asti – Dicembre di grandi controlli da parte della Guardia di finanza, che nei primi venti giorni del mese, in vista del Natale, hanno sottoposto a sequestro oltre 225 mila giocattoli e oltre 1 milione e 600 mila luminarie e addobbi natalizi non conformi agli standard di sicurezza previsti dalla normativa vigente. Segnalati anche, in tutto, 69 responsabili, di cui 3 denunciati all’Autorità giudiziaria, per frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
La maggior parte degli illeciti riguarda la violazione dell’obbligo, previsto dal Codice del Consumo, che i prodotti commercializzati riportino in maniera visibile e leggibile, in lingua italiana, la denominazione, i dati del produttore e dell’importatore, il Paese d’origine, i materiali impiegati e le istruzioni d’uso. Etichettature non a norma, insomma, che non costituiscono soltanto un problema “burocratico” o “formale”, ma rappresentano una violazione delle norme di sicurezza che potrebbe causare incidenti anche di grossa entità. Sul fronte penale, invece, non si contano le volte in cui compare l’indebito utilizzo della marcatura “CE” (European conformity) che si distingue dal marchio cinese “CE” (China export) per la distanza più ampia tra la lettera C e la lettera E. Un simbolo, quel CE, non rappresenta un’indicazione di origine né un marchio di qualità, ma è l’attestazione di conformità del prodotto alle prescrizioni in materia di sicurezza, il cui indebito utilizzo integra il reato di frode nell’esercizio del commercio o di vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
Proprio per garantire la protezione dei consumatori, la Guardia di finanza tutela il mercato dei beni e servizi dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza previsti dalla normativa dell’Unione Europea e nazionale, affinché gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza L’obiettivo di chi commercializza prodotti scadenti è quello di ottenere il massimo profitto al minor costo. È scontata, quindi, l’assenza di remore da parte dei medesimi soggetti a impiegare nella produzione qualunque genere di materiale e sostanza, anche se potenzialmente dannosa o nociva per gli utilizzatori.
La Guardia di finanza agisce non solo per intercettare le partite di prodotti illegali ma, anche e soprattutto, a disarticolare alla radice le filiere illecite, individuandone e colpendone contestualmente le componenti di approvvigionamento, produttive e distributive, così da interrompere i canali di alimentazione del mercato parallelo e le stesse fonti di finanziamento delle organizzazioni criminali. In Italia, infatti, esistono sia veri e propri poli produttivi sia, più di frequente, centri di assemblaggio di merce che arriva da Paesi terzi separatamente dagli imballaggi, sprovvista di loghi ed etichette, che sono successivamente apposti sul territorio nazionale dopo lo sdoganamento.
Sul piano organizzativo, la Guardia di finanza opera attraverso un dispositivo dinamico, flessibile e coordinato che prevede, a livello centrale, la Componente Speciale che sviluppa attività di “analisi di rischio” mediante le banche dati a disposizione e predispone piani d’intervento mirati su specifiche tipologie di fenomeni illeciti di rilevante impatto.
Sotto il profilo operativo, il dispositivo di contrasto messo in campo dalla Guardia di finanza muove in tre distinte direzioni: il presidio delle aree doganali, portuali e aeroportuali, per l’individuazione dei traffici di merci illegali provenienti dall’estero; il controllo economico del territorio, del mare e degli spazi aerei sovrastanti, grazie anche al supporto della Componente aeronavale, per il monitoraggio delle dinamiche di movimentazione delle merci e la repressione dei fenomeni di abusivismo e minuta vendita e, infine, l’attività investigativa in senso stretto, finalizzata alla disarticolazione dell’intera filiera di tali prodotti e all’aggressione patrimoniale dei sodalizi criminali.
Esaminando i dati di sintesi relativi ai sequestri effettuati dal Corpo negli ultimi anni, emerge come gran parte della merce non sicura sottoposta a sequestro provenga dall’estero. Individuare la reale origine e/o provenienza dei prodotti che giungono in Italia è, tuttavia, operazione complessa: le merci viaggiano, infatti, seguendo rotte sempre diverse, anche lungo itinerari secondari, transitando per Paesi in cui i controlli sono meno rigorosi.
Il Corpo partecipa, inoltre, a operazioni internazionali congiunte, in stretta sinergia con le Forze di polizia estere e con gli organismi e agenzie sovranazionali come Europol, Interpol, Olaf e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane.
Un ulteriore ed efficace strumento per il contrasto alla commercializzazione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza è costituito, senza dubbio, dal Sistema di allerta rapido denominato “Gras Rapex”.
Si tratta, in sostanza, di un sistema, attivo nell’Unione Europea, di allerta e informazione rapida per i prodotti non conformi, grazie al quale le Autorità nazionali degli Stati membri segnalano alla Commissione europea i prodotti (a eccezione degli alimenti, farmaci e presidi medici) la cui commercializzazione determinerebbe un rischio grave per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Nella prospettiva di incrementare le segnalazioni sul Gras Rapex, la Guardia di finanza – confermandosi quale Forza di polizia all’avanguardia nell’utilizzo di moderni applicativi informatici grazie anche a nuove tecnologie in grado di scandagliare sia il clear sia il dark web, per sviluppare attività di contrasto alla commercializzazione di prodotti non sicuri.