Nordio sgombra il campo dagli equivoci: “Separazione delle carriere non negoziabile”

Il Guardasigilli tira dritto sulla riforma delle riforme, nonostante l’ostruzionismo in Parlamento e dice “Ci sia poi referendum”.

Roma – Ci sono più tentativi di far naufragare la riforma delle riforme della giustizia, la separazione delle carriere. Da una parte l’ostruzionismo degli emendamenti soppressivi dell’opposizione, oltre 250 quelli presentati in commissione Affari costituzionali della Camera alla riforma che riguarda le toghe. Dall’altra parte l’Unione Europea che tira l’Italia per la giacchetta. Dalla Associazione europea magistrati è arrivata infatti l’ennesima esortazione all’Italia affinché “rinunci alle annunciate modifiche della Costituzione e del quadro giuridico che regola la magistratura”. Ma il ministro della Giustizia Carlo Nordio tira dritto, e sottolinea che è un tema non negoziabile.

”Sulle riforme che riguardano la Giustizia quello che non è negoziabile è la riforma costituzionale,
sulla separazione delle carriere dei magistrati e sul Csm. Quella legge è blindata e auspico che dopo l’approvazione si vada a un referendum, è una materia delicata ed è giusto che si esprimano gli italiani. Questo non è negoziabile, tutto il resto lo è. Sulle intercettazioni siamo apertissimi”, ha detto il ministro Nordio, in videocollegamento con CasaCorriere, sabato a Napoli. ”La riforma sulla separazione delle carriere non si modifica”, ha specificato Nordio.

Il Guardasigilli puntualizza: ”E’ nel programma del governo ed è un dovere del governo proporre questa legge, perché è quella proposta ai cittadini, che ce l’hanno imposta. Non è negoziabile ed avverrà”, ha spiegato Nordio, aggiungendo: ”Vorrei che smettessimo di far coincidere la separazione delle carriere con il pericolo che il pubblico ministero venga sottoposto al potere esecutivo: nella riforma è scritto a lettere chiarissime che il pm è e resterà assolutamente autonomo e indipendente. La riforma va letta integralmente: la separazione delle carriere esiste in tutti i Paesi democratici”, ha concluso il ministro.

Tre settimane fa il colpo di acceleratore della maggioranza sulla separazione delle carriere, la riforma costituzionale cara a Forza Italia ma anche quella più indietro nel suo cammino verso l’approvazione, rispetto al premierato e all’autonomia, che è già legge. La Commissione Affari costituzionali aveva infatti adottato il ddl Nordio come testo base, da sottoporre ora agli emendamenti, e con l’intenzione esplicitata da Fi di giungere al sì della Camera entro l’anno. Il centrodestra ha incassato in questo primo passaggio anche l’appoggio di +Europa e spera anche di ottenere quello di Iv e Azione, mentre il resto delle opposizioni hanno confermato la loro contrarietà. 

La riforma costituzionale della separazione delle carriere era stata incardinata già nel febbraio 2023, visto che sin dall’inizio della legislatura erano state presentate diverse proposte di legge da parte di Fi (primo firmatario Antonino Calderone), di Enrico Costa (allora in Azione oggi in Fi), di Iv (Roberto Giachetti) e della Lega (Iacopo Morrone).

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