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“Non lasciate troppo i bimbi davanti allo schermo del pc”: gli scienziati lanciano l’allarme

Una ricerca giapponese ha evidenziato il possibile legame tra le ore trascorse davanti al computer e l’insorgere di autismo, disturbi di attenzione e deficit cognitivi.

Roma – Togliete gli schermi dei computer dalla vista dei bambini! E’ il grido d’allarme lanciato dalla Nagoya University Graduate School of Medicine in Giappone, di cui è stato pubblicato uno studio sulla rivista “Psychiatry Research“. Se i bambini passano troppo tempo davanti ad uno schermo del computer o altri dispositivi simili, rischiano di agevolare le probabilità genetiche di sviluppo dell’ASD (i disturbi dello spettro autistico) e dell’Adhd (disturbo di deficit di attenzione e iperattività).

Il campione rappresentativo preso in esame è costituito da bambini di 18, 32 e 40 mesi. Come hanno dichiarato alla stampa i ricercatori nella presentazione dello studio: “Complessivamente, i bambini con un rischio genetico di ASD avevano una probabilità 1,5 volte maggiore di far parte del gruppo con circa tre ore di schermo al giorno e 2,1 volte maggiore di far parte del gruppo con più di quattro ore di schermo”.

Un aspetto della ricerca si è rivelato molto significativo. Ovvero, se il tempo trascorso davanti ad uno schermo è una causa dello sviluppo di ASD e di ADHD, è altrettanto vero che alcuni bambini potrebbero essere vittime di una predisposizione genetica all’uso degli schermi, proprio come effetto dell’ASD. Tuttavia, come hanno sottolineato gli studiosi, il tempo impiegato per stare davanti ad uno schermo può essere un segno precoce più che una causa di ASD.

Non c’è, quindi, un relazione diretta e meccanica tra il tempo che si spende davanti ad uno schermo e l’ASD. Bisogna, comunque, essere allertati sulla sovraesposizione da schermo e consapevoli degli effetti. I risultati della ricerca suggeriscono che i bambini predisposti all’HDHD corrono un alto rischio di trascorrere molto tempo davanti ad uno schermo, i genitori e gli educatori preposti all’assistenza devono  muoversi con cautela e adoperarsi affinché la predisposizione non si realizzi.

Questo è, particolarmente, vero se si pensa che la dipendenza da videogiochi è comune a tutti i bambini, anche a quelli che ne sono privi. I genitori, attraverso i dati a disposizione, potrebbero utilizzare strategie più efficaci di educazione dei figli. Così come gli educatori potrebbero attuare programmi alternativi di gestione del comportamento. L’argomento riguardante lo spettro autistico e altri disturbi dello sviluppo cognitivo sono troppo delicati per essere presi sottogamba. Soprattutto se si pensa alle difficoltà che incontrano le famiglie quando si manifesta un problema del genere. Un servizio socio-sanitario pubblico presente sul territorio potrebbe ottenere buoni risultati se dotato di un organico competente. Ma il servizio sanitario nazionale sta andando in malora a vantaggio di quello privato. Credere il contrario è come cercare la luna nel pozzo! Piuttosto c’è da aggiungere che la pervasività dei dispositivi elettronici ci stanno fagocitando e prosciugando tutte le nostre capacità di discernimento. Quindi, andare “fuori di testa” è un attimo!  

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