Le chiacchiere di Carnevale hanno raggiunto prezzi record nel 2024, fino a 100€ al kg. Tra tradizione e rincari, vale davvero la pena spendere così tanto?
Spesso, tra comuni mortali, si sente dire che “le chiacchiere stanno a zero”, vale a dire che sono talmente vacue che non sono prese in considerazione nemmeno dal vento che le guarda e se ne va, perché, nel frattempo, si sono volatilizzate da sole. Volendo quantificare il valore monetario, si può dire che questo tipo di chiacchiere non vale niente. Poiché la cronaca è ricca di tante sfaccettature e le parole possono assumere uno e/o plurimi significati, ci sono chiacchere e… chiacchiere! Il Carnevale, a differenza di altre celebrazioni con date fisse, varia ogni anno in base alla Pasqua, rendendo ogni edizione unica e imperdibile.

Quest’anno, i giorni clou da segnare sul calendario sono stati il Giovedì Grasso del 27 febbraio, il Martedì Grasso del 4 marzo e il Sabato Grasso ambrosiano dell’8 marzo. Ma un altro tipo di chiacchiere è balzato agli onori della cronaca per i prezzi eccessivi. Si tratta delle chiacchiere di carnevale, dolci fritti dallo strato sottile, su cui viene riversata una montagna di zucchero, a base di farina, burro, uova e una componente alcolica, come l’acquavite, il marsala, la sambuca, il vinsanto, il brandy, la grappa o altro distillato e liquore. La leggenda narra che la Regina Margherita di Savoia, durante una chiacchierata con degli ospiti, chiese un dolce al cuoco di corte, il partenopeo Raffaele Esposito, il quale preparò queste frittelle, servendole appunto con il nome di “chiacchiere”.
Ebbene questo tipo di dolci ha raggiunto cifre esorbitanti, da capogiro e che hanno provocato una ricca serie di contumelie nei vari dialetti nazionali, che è preferibile lasciare alla fantasia del lettore. Se si pensa che 1 kg di chiacchiere, a firma di Iginio Massari, pasticcere, gastronomo e personaggio televisivo, noto anche per i variopinti appellativi: “Maestro dei Maestri”. “The Sweetman (Dolce Uomo)”, “Sua Dolcezza” avevano il… modico prezzo di 100 euro, viene l’orticaria! Ma quest’anno le chiacchiere sono costate di più un po’ dappertutto, secondo un’indagine di Altroconsumo, un’associazione per la tutela dei consumatori. E’ emerso che i prezzi si sono rivelati mutevoli, in relazione a dove è stato acquistato il prodotto.

Si è passati dai 6,36 euro al kg, in media, nei supermercati ai 60 euro nelle pasticcerie di lusso, fino a raggiungere, come si è visto, i 100 euro da Iginio Massari, che sarà pure il “Maestro dei Maestri”, ma 100 euro per 1 kg di chiacchiere sono francamente troppe! E’ pur vero che nelle grandi catene di supermercati si trovano a prezzi bassi in quanto di qualità inferiore, mentre nelle pasticcerie artigianali essa è molto più elevata e gli ingredienti selezionati con cura.
Per Altroconsumo, l’impennata dei prezzi è stata causata dalla crescita del costo delle materie prime e dall’inflazione che come un rapace affonda i suoi acuminati artigli nelle carni vive dei poveri consumatori. Infine, i prezzi sono risultati più bassi nelle città dove il costo della vita è meno elevato. “E’ proprio una vitaccia”, esclamò il… cacciavite mentre si apprestava ad avvitare una vite. Sì, è proprio una vitaccia: nemmeno quattro chiacchiere si possono mangiare, se il portafoglio piange!