Gli azzurri hanno ribadito, con un intervento di Paolo Emilio Russo, che sono al lavoro su una proposta di legge in materia.
Roma – Niente ius scholae. Niente ius soli temperato. La Camera ha respinto tutti gli emendamenti al ddl Sicurezza presentati sul tema della cittadinanza. I no sono stati 169 e i sì 126 e 3 astenuti. Forza Italia ha votato compattamente con le altre forze di centrodestra, bocciando persino l’emendamento di Azione che proponeva di dare la cittadinanza a chi avesse frequentato le scuole italiane per almeno dieci anni, una proposta molto simile a quella avanza in agosto dagli azzurri. “Dopo un’estate in cui Forza Italia ha parlato solo di ius scholae, oggi ha votato contro. Ma non uno diverso da quello di cui parlava, lo stesso” attacca il leader di Azione, Carlo Calenda.
L’ex ministro definisce una “follia” il voto contrario degli azzurri che hanno fatto l’opposto che avevano detto. Ma Forza Italia ribadisce, con un intervento di Paolo Emilio Russo, che è al lavoro su una proposta di legge in materia. “Si tratta – ha detto Russo – di un tema che merita più attenzione di un emendamento infilato all’ultimo un un provvedimento che parla di sicurezza”. Il voto è stato a scrutinio palese dopo il no alla richiesta delle opposizioni di voto segreto.
Gli fa eco Maurizio Gasparri, presidente dei senatori azzurri: “Forza Italia non approva proposte altrui, avanzerà la propria tesi su Ius Scholae da discutere, in primo luogo, nel centrodestra. Dieci anni di studio, una verifica sulla conoscenza della lingua e sulla conoscenza dei principi di diritto. Non ci aggreghiamo ai carri altrui, ma saremo noi ad indicare al Parlamento, previo confronto nel centrodestra, quale strada eventualmente seguire”. Il deputato della Lega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali fa sapere che alla Camera “sono stati bocciati tutti gli emendamenti della sinistra e dell’opposizione tesi a introdurre lo ius soli, lo ius scholae o nuove regole più lassiste sulla cittadinanza. Mentre Matteo Salvini sta subendo un processo politico per aver difeso i confini da ministro dell’Interno, come promesso in campagna elettorale, la sinistra vuole aprire le porte a chiunque”.
E aggiunge che la Lega fermerà, come ha già fatto in passato, ogni tentativo in questa direzione. “Non a caso stiamo preparando una proposta di legge che va verso una maggiore severità nel rilascio delle cittadinanze”. E il cosiddetto ius scholae è il minimo comun denominatore che unisce le varie proposte di legge presentate in Parlamento, tutte da parte di esponenti del centrosinistra, per rivedere la legge sulla cittadinanza, sulla falsariga del testo approdato in Aula alla Camera al termine della precedente legislatura e poi naufragato anche per lo scioglimento anticipato del Parlamento.
C’è il disegno di legge a firma della senatrice del Pd ed ex capogruppo Simona Malpezzi, che prevede la concessione della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, che risieda legalmente nel nostro Paese e che abbia frequentato in maniera regolare per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica professionale. Contenuti che si ritrovano anche nella proposta depositata dalla capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, e in quella della deputata M5S Vittoria Baldino.
Si spingono invece oltre, prevedendo anche il cosiddetto ius soli, le proposte dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, del deputato del Pd Matteo Orfini e del senatore Dem Francesco Verducci. Nel primo caso la cittadinanza viene riconosciuta ai nati nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di cui almeno uno sia regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno, al momento della nascita del figlio e a chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri di di cui almeno uno nato in Italia.
La proposta Orfini prevede lo ius soli per i bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri, di cui almeno uno vi risieda legalmente senza interruzioni da non meno di cinque anni o sia in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. Contenuti analoghi a quelli del testo di Verducci, in base al quale acquista la cittadinanza chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, dei quali almeno uno sia in possesso del diritto di soggiorno permanente o del permesso di soggiorno di lungo periodo. Requisito decisivo per l’ottenimento di uno dei suddetti titoli, si ricorda, è il soggiorno per almeno cinque anni in Italia. Infine la proposta presentata la settimana scorsa alla Camera dal responsabile Sport del Pd, Mauro Berruto, per disciplinare il tesseramento dei minori stranieri nati in Italia presso le società e associazioni sportive e i casi di concessione della cittadinanza.