No al carcere per gli incensurati: il “Lodo Costa” e la battaglia sulla custodia cautelare

L’odg del deputato di Azione non contiene proposte nuove ma torna in auge con le “spine” inflitte alla custodia cautelare dal caso Toti.

Roma – Impedire di sottoporre a custodia cautelare gli incensurati. Ribattezzato come il “Lodo Costa”, l’ordine del giorno del deputato di Azione Enrico Costa al decreto carceri ha ricevuto il parere favorevole del governo. Appare come una novità ma in realtà era una proposta già contenuta nel referendum sulla giustizia del 2022, ma che oggi, con quanto accaduto all’ex governatore della Liguria Giovanni Toti assume un valore politico e simbolico allo stesso tempo. Infatti l’atto di indirizzo impegna il governo a “valutare un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare”, prevedendo, in particolare, che gli arresti per rischio di reiterazione del reato possano essere disposti nei confronti di incensurati “solo per reati di grave allarme sociale e per reati che mettono a rischio la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone”.

Il parere favorevole del governo è arrivato con la richiesta di una micro-riformulazione dell’impegno a introdurre la nuova norma, che dovrà però inserirsi nel ventaglio più ampio delle iniziative del ddl Nordio riguardo la custodia cautelare. La vicenda che ha annientato Toti potrebbe diventare un “caso scuolase la norma fosse approvata, perché le misure cautelari come quelle eseguite nell’inchiesta di Genova che ha travolto l’ex presidente della Regione non potrebbero essere ordinate, a meno di non ritenere sussistente il pericolo di fuga o quello di inquinamento delle prove, cioè le altre due esigenze cautelari previste dalla legge.

Giovanni Toti

L’odg di Costa, già viceministro della Giustizia che tra le sue battaglie ha visto quella sull’eccesso di custodia cautelare un fiore all’occhiello, offrirebbe la soluzione al caso Toti che proprio ieri, a Roma, incontrando Maurizio Lupi e Matteo Salvini, ha fatto notare che “serve un allargamento dell’immunità per i politici”. “Si ritiene che la politica e chi fa politica abbia dei privilegi – ha fatto notare l’ex governatore ligure – e sono stati tolti senza tenere conto che quei privilegi non sono per chi li incarna, ma privilegi del potere popolare che li rappresenta”.

“Io credo – ha detto chiaramente – che servirebbe un allargamento delle immunità dai parlamentari ai ministri, perché vedere un ministro dell’Interno che per le sue politiche sull’immigrazione è processato per sequestro di persona, credo sia qualcosa di surreale per un Paese normale e civile“. ”E penso che anche i sindaci e i governatori dovrebbero avere una protezione – ha concluso – che non è per Toti, ma è protezione del mandato popolare che ti è stato affidato”.

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