La ragazza ha risposto alle domande del pm: il delitto sarebbe maturato in un contesto di soprusi da parte del genitore. La famiglia, musulmana, è immigrata dal Caucaso.
Nizza Monferrato – La tragedia si sarebbe consumata al termine di una lite, scoppiata tra padre e figlia nella loro casa a Nizza Monferrato, nell’Astigiano. E così ieri, venerdì 1 marzo, un uomo di 50 anni, Akhyad Sulaev, è stato colpito a morte dalla figlia Makka, da poco maggiorenne, con diverse coltellate all’addome. Soccorso dai medici del 118, è spirato poco dopo. Un delitto consumatosi in una famiglia di immigrati originari del Caucaso russo – oltre ai due ci sono la mamma e altri tre fratelli più piccoli -, stabilitisi da tempo in Piemonte e musulmani osservanti: la giovane indossava l’hijab anche quando sono arrivati i Carabinieri, che l’hanno trovata in stato di choc, paralizzata dalla paura.
La giovane si sarebbe consegnata subito ai militari, che l’hanno portata in caserma per interrogarla davanti al pm Andrea Trucano della Procura di Alessandria, il quale ha fatto scattare l’arresto. Makka avrebbe risposto a tutte le domande dei pm e dalle sue risposte, a quanto si apprende, è emerso un quadro di violenze familiari da parte del padre nei confronti della moglie e dei figli. Sia lei che sua madre, stando a una prima ricostruzione, sarebbero state costrette a subire da tempo violenze tra le mura domestiche, nonostante non fossero mai state presentate denunce.
Sul caso indagano i Carabinieri di Canelli e Nizza Monferrato, coordinati dal pm della procura di Alessandria. Al vaglio ci sono tutte le ipotesi. Si parla di un improvviso abbandono, da parte dell’uomo, del posto di lavapiatti nel ristorante in cui lavorava. Dopo la decisione di lasciare il lavoro, l’uomo era stato visto discutere con la moglie, che faceva la cameriera. Anche Makka, che frequenta con ottimi risultati il terzo anno del liceo scientifico, aiutava quando poteva in un locale la sera.
Il contesto familiare, al di là di alcune difficoltà, sembrava però tranquillo. Tanto che i vicini si sono detti increduli per quanto accaduto. L’appartamento, in via San Giovanni, era modesto, ma la famiglia si stava integrando e non avrebbe mai dato problemi. “Una famiglia per bene che si stava integrando, nonostante tutte le difficoltà. Non erano assistiti, riuscivano ad andare avanti con le loro forze”, ha detto il sindaco dopo la tragedia.