Jeffrey Ross Toobin, avvocato, si è laureato ad Harvard, una delle più prestigiose università degli States. Negli anni 90’ ha collaborato come consulente legale presso il Dipartimento di Giustizia, con un ruolo di primo piano. Dopo la diretta ha chiesto scusa…
New York – La rivista New Yorker ha sospeso a tempo indeterminato l’avvocato Jeffrey Toobin, vecchio collaboratore del giornale, sospettato di essersi masturbato durante una videoconferenza su Zoom, la piattaforma Microsoft dedicata ai meeting online. Una presunzione di colpa, come indicato nel comunicato ufficiale del New Yorker, che è in realtà una certezza. Visto che lo stesso Toobin ha ammesso il malizioso gesto di autoerotismo:”.. Ho fatto un errore stupido ed imbarazzante. Credevo di essere fuori dal campo della videocamera…”, spiega il professionista ai giornalisti che lo hanno intervistato.
Resta il fatto che è difficile comprendere – senza entrare nei facili moralismi – come uno dei più autorevoli giuristi degli Stati Uniti, autore di libri e pubblicazioni forensi prestigiose, possa solo aver pensato di “toccarsi” in diretta streaming. Secondo quanto riferito, la video conferenza a luci rosse ha coinvolto anche lo staff del WNYC, una stazione radio di New York composta da uomini e donne.
L’editore del New Yorker, David Remnick, scrive in una e-mail inviata ai suoi giornalisti: “…Cari tutti, come avrete letto oggi in vari notiziari, uno dei nostri collaboratori, Jeff Toobin, è stato sospeso a seguito di un incidente, durante una chiamata Zoom la scorsa settimana. Vi assicuriamo che prendiamo seriamente tale questione e che la stiamo esaminando...” Jeff Toobin collabora con il New Yorker da oltre venticinque anni ed è anche analista legale senior presso la CNN. L’emittente televisiva ha comunicato che Tobin se ne sarebbe andato in ferie, per affrontare alcune questioni personali. Chi lo avrebbe mai detto.
Jeffrey Ross Toobin, 60 anni, è un avvocato laureato ad Harvard una delle più prestigiose università degli States. Negli anni 90’ ha collaborato come consulente legale presso il Dipartimento di Giustizia, con un ruolo di primo piano. A quanto pare l’analista legale è solo l’ultima (illustre) vittima delle piattaforme dedicate alle riunioni “virtuali” come Zoom o Meet di Google.
Tali sistemi di comunicazione permettono il collegamento in streaming in audio e video a gruppi di persone contemporaneamente, applicazioni che a causa del distanziamento fisico, imposto dalla pandemia, hanno avuto una crescita esponenziale. Il servizio permette di disattivare il microfono o la videocamera eppure, sui social, impazzano le video gaffe di integerrimi manager in mutande o intenti a farsi la doccia. Anche se su Toobin c’è poco da riderci sopra.
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