Neonato morto a Bari, il prete: “Un black out una settimana fa”

L’intero quartiere era rimasto senza elettricità ed era dovuta intervenire l’Enel: il guasto potrebbe aver provocato il malfunzionamento del sistema di allarme e di riscaldamento.

Bari – “Una settimana fa abbiamo avuto un’interruzione di corrente. L’Enel è intervenuta per risolvere il guasto in vista delle festività natalizie. Ci avevano promesso che sarebbero tornati, e da qualche giorno sono al lavoro”, riferisce don Marco Simone, impegnato nella chiesa di San Giovanni Battista a Bari. Quello del black out nel quartiere barese di Poggiofranco  è l’ultimo elemento che si aggiunge alla storia del neonato che il 2 gennaio è stato trovato morto nella culla termica della chiesta di San Giovanni Battista a Bari.

Il sacerdote era presente in parrocchia al momento della scoperta. “Avevo appena concluso un rito funebre e ho notato un certo movimento. Mi sono avvicinato e ho visto il piccolo avvolto in una coperta mentre veniva portato via”, racconta. “È triste, perché quella culla ha già salvato altre vite. Purtroppo, non è andata così questa volta, e siamo profondamente scossi e addolorati”.

Don Antonio Ruccia, parroco della chiesa, si trovava a Roma al momento del fatto. Ha spiegato che il dispositivo collegato al suo cellulare, che segnala la presenza di un neonato nella culla, non ha funzionato. “Non avremmo mai voluto assistere a una simile tragedia”, ha commentato don Marco.

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