La Voce di Trieste denuncia il tentativo dei terroristi di affossare il piano di normalizzazione del Medio Oriente avviato sotto l’egida americana.
TRIESTE – “Il 7 ottobre 2023 organizzazioni criminali hanno scatenato da Gaza gravissimi attacchi terroristi contro lo Stato di Israele e la sua popolazione, allo scopo di paralizzare il successo crescente dei processi di pace avviati tra Paesi islamici ed Israele con gli “Accordi di Abramo” sostenuti dagli USA”. Nell’analisi firmata da Paolo G. Parovel sulla Voce di Trieste, l’autore denuncia il vero obbiettivo dell’attacco di Hamas a Israele, e il silenzio colpevole dei media sulla stessa esistenza degli “Accordi di Abramo” e sui loro straordinari successi.
“Gli Accordi di Abramo – spiega il comunicato – sono fondati sul riconoscimento del fatto che quei popoli e paesi condividono sia la radice spirituale comune dell’Ebraismo, del Cristianesimo e dell’Islàm, sia rilevanti interessi economici e strategici di pace, di benessere e di sviluppo culturale e scientifico. Sulla base di questo riconoscimento etico e pratico gli Accordi avviano atti concreti per la “normalizzazione” dei rapporti politici, economici e culturali tra quei popoli e Paesi che è necessaria per superare i conflitti ed isolare chi li alimenta”.
L’analisi ricorda l’avvio nel 2020 della strategia di pace riconoscendo il merito maturato dalle amministrazioni americane, prima quella di Trump, quindi quella a guida Biden con i rispettivi segretari di Stato Mike Pompeo e Antony Blinken. In quest’ottica si sottolinea come la maggior parte dei Paesi che hanno taciuto o sottovalutato i passi compiuti “hanno interessi economici e strategici concreti a favorire i conflitti che dissanguano il Medio Oriente ed il Nord Africa“.
“Non stupisce perciò – prosegue l’analisi di Paolo G. Parovel – che nel momento in cui gli USA stavano estendendo gli Accordi di Abramo all’Arabia Saudita, custode dei luoghi sacri dell’Islàm, qualcuno abbia pensato di paralizzare tutto scatenando contro Israele un attacco terroristico “palestinese” che lascia supporre anche l’utilizzo di mercenari. L’impegno civile per gli aiuti umanitari a tutte le vittime di questo e di altri conflitti è dunque una scelta etica equa, utile e sensata, come la ricerca dei motivi dello scontro e degli strumenti di pacificazione. Non sono invece etici, né utili, né sensati – conclude il comunicato – i comportamenti politici di coloro che alimentano le conflittualità schierandosi in piazza o sui media a sostegno di una delle parti sulla base di pregiudizi (antiebraici, antiislamici, antiamericani) e di informazioni false o incomplete.